Zip: solo sale giochi e discoteche?
Rivisitando quanto detto dalla giunta e in particolare dal sindaco sulla Zip nell’anno ormai trascorso dal insediamento –sottolinea il vice segretario del PD Tiso – verrebbe da chiedersi se esiste a palazzo Moroni ancora qualche idea a riguardo. Lo sviluppo del nostro polo industriale con i suoi 10 milioni di metri quadrati, le oltre 5.000 aziende che,continua Tiso, ha dato e dà sviluppo alla città e non solo, al momento ha visto solo esili sussurri. Evidentemente il sindaco ha altre preoccupazioni molto più “importanti”. Sappiamo da tempo, che la Zip necessita di un ripensamento e un rilancio per ridare quel respiro nuovo sia livello nazionale che internazionale di cui ha bisogno. Rispetto a com’era stata pensata e a come si è sviluppata nel corso degli anni, ha subito modificazioni radicali. Ora, però, non risponde più alle necessità innovative dei diversi settori e alle opportunità offerte dal mercato in continua e rapida trasformazione. Proprio ieri, 15/4, in “Commissione urbanistica” si è parlato di Zip, ma solo dal punto di vista urbanistico e non strategico. E purtroppo, dice ancora Tiso, la variante richiesta riserva non certo un trattamento di eccellenza come le spetterebbe: “risolvere le condizioni di degrado sociale e ambientale creato da sale gioco e pubblico spettacolo trasferendolo, assieme ad Associazioni…in Zona industriale…” aggiungendo discoteche ed eventualmente case chiuse. Questa – afferma ancora Tiso – non può essere la mission della Zip, e lo reputo anche offensivo nei confronti di chi ci ha creduto e ancora ci crede. Se molte aziende decidono di andarsene, come le 75 dell’ultimo anno, se molte altre hanno chiuso o spostato altrove le loro attività (Dalmine, Sartori auto) lasciando il vuoto nei loro siti, e se ad esse si aggiungono gli spazi vuoti di altre che se ne sono andate o hanno definitivamente chiuso, qualcosa vorrà dire. Il silenzio strategico del Comune,nascosto dall’ossessione del sindaco sul degrado, nonostante i richiami dell’ormai ex presidente di Confindustria Pavin, del direttore del Consorzio e dell’altro socio, la Camera di Commercio, che vuole ritirarsi , mostra che nessuno può dormire sonni tranquilli. Il rilancio della ZIP, avendo chiara la situazione patrimoniale del Consorzio, mette il Comune davanti ad importanti responsabilità. Nuove infrastrutture, nuovo piano industriale, apertura ad investitori stranieri, nuove tecnologie hanno bisogno di una spinta politica ed istituzionale, oltre, naturalmente di significativi investimenti. Non si può parlare di lavoro, di giovani disoccupati, di perdita o fuga di intelligenze senza avere un piano strategico per il futuro della ZIP. Quale Padova del futuro ha in mente il sindaco? Se non ha idea di cosa fare del polo economico della nostra città, conclude Tiso, né di come muoversi in un contesto internazionale come quello attuale, significa che sta consumando il suo tempo per cercare il solito facile consenso lasciando la città agli umori del momento e la Zip al suo inesorabile destino. I padovani vogliono risposte e chiarezza e non piccole Las Vegas.