Zaia-Bitonci: scontro tra finti imperatori in un letto d’ospedale
L’altro giorno il Corriere riportava di una importante tirata d’orecchi da parte del governatore Zaia al sindaco di Padova Bitonci. Motivo? L’ospedale. Anzi, il continuo fare e disfare la tela di penelope dell’area da assegnare a san Lazzaro. Molto, ai cittadini, deve ancora essere chiarito. Se si andasse a ritroso, le centinaia di articoli sulla stampa, le decine di annunci della posa della prima pietra, la trasformazione di parte dell’area in cubatura per grattacieli, l’assegnazione di parte dell’area a 1 euro al metro quadrato per poi avere in cambio cubatura; e poi percentuali di assegnazioni sbagliate, ricorsi di Finanza e Progetti che è ferma a Padova Ovest col suo Projet Financing firmato dallo stesso Zaia con Ivo Rossi, allora sindaco di Padova. Infine, il saltellare dell’ospedale in varie aree della città per poi ripiegare nell’area di San Lazzaro senza alcuna attenzione alle dichiarazioni di insigni docenti della nostra Università che confermavano gli importanti problemi idraulici dell’area. Sta di fatto che tutto è ancora fermo e chissà per quanto ancora. E non sarà certo una delibera votata dal consiglio a far smuovere la contorta questione.
Ma credo che, a questo punto, il problema non sia più solo amministrativo, bensì e molto di più, politico. Forse c’è da ritenere che tutti i sorrisi di circostanza davanti alle telecamere tra il governatore e il sindaco, non fossero altro che la necessaria fotografia di una realtà confusa. E ciò nonostante le dichiarazione del direttore della USL che ritiene non più procastinabile la costruzione del nuovo ospedale. E ora i nodi arrivano al pettine. Forse la sfuriata di Zaia nasce per rimettere in posizione l’emergente alleato cittadellese che ha cercato riparo dietro l’approvazione di una “rapida” variante all’area del possibile ospedale? Forse lo stesso governatore è sul chi va là per la gestione del potere politico in Veneto, ma non solo, per riuscire a scaricare, nella regione della Serenissima, l’ormai esausto Salvini? Il futuro della Lega e del paese è domani, e le prossime amministrative saranno una gara tra Veneti e Lombardi, ma anche tra Zaia e Bitonci? Messo da parte Tosi, la posta è molto alta e si giocherà tra i quattro della Padania: Salvini-Maroni, Zaia-Bitonci.
Tra regioni ricche, allineate sulla Lega,ma anche tra un governatore e un sindaco che scalpita per evitare di essere politicamente emarginato. L’annuncio di Bitonci di chiudere con la politica dopo il secondo mandato da sindaco a Padova (tutto da verificare, naturalmente!), fa parte di quelle butade alle quali non crede nemmeno lui. Sette anni in politica sono un’eternità. E forse questo scontro amministrativo sull’ospedale, mostra come l’obiettivo, probabilmente, sia tutt’altro: Zaia vuole riaffermare la sua supremazia nei confronti dell’ingombrante sindaco che scalpita per un ruolo di prestigio. Essere stato senatore o sindaco di Cittadella, con tutto il rispetto, non ha lo stesso peso politico di essere governatore di una grande regione come il Veneto e prima essere stato ministro. A questo punto, qual è la posta? La posta più alta naturalmente è chi sarà il competitor di Renzi alle elezioni politiche che molti leghisti sperano per il 2018, dopo aver messo da parte il referendum istituzionale.
Probabilmente Salvini è il meno commestibile all’elettorato e agli alleati di centro-destra ormai alleati a corrente alternata e in fase di dissoluzione. Forse Zaia potrebbe essere più presentabile per poter “rappresentare”, finalmente ad alti livelli i veneti spesso messi ai margini dalla politica che conta, nonostante ci sia ancora la ricerca di una, seppur strana e poco credibile, indipendenza. O forse Maroni potrebbe ambire a tanto vista la sua esperienza? Il rischio è che Bitonci rimanga con il cerino in mano, stritolato tra queste forti personalità padane, ad urlare contro i profughi davanti alla caserma Prandina. Magari seduto a guardare il treno della politica passare velocemente anche in regione Veneto se emergerà qualcuno calato dall’alto per evitare fughe in avanti dello stesso sindaco. Nella sede regionale i leghisti si sono già presi a pugni, speriamo che la prossima volta siano sberle politiche, ma sta di fatto che l’assenza di potere logora. e la sua conquista rianima. Intanto, in mezzo a tutto questo meccanismo padano, l’ospedale langue, la sanità padovana è in difficoltà, mentre i due padano-veneti, cercano la mossa vincente. La prima l’ha fatta Zaia, ora vedremo. Ancora una volta a rimetterci, siamo noi.