Vaccini: cura, business e povertà
Fin dagli albori del virus si parla di vaccini. Gli esperti ci dicevano di tempi lunghissimi prima di avere un vaccino efficace, con delle procedure rigorose per evitare di avere più danni che benefici. Naturalmente molte aziende si sono messe al lavoro, chi in proprio chi con investimenti statali importanti. Ora sembra che si sia arrivati al dunque e, quindi, alla grande sfida: chi arriva primo e quale sarà il vaccino più efficace e il meno costoso? Ma, soprattutto, chi riuscirà ad averne dosi sufficienti? Sta di fatto che qualche quotidiano, a luglio, parlava di 200 concorrenti per il vaccino e che, addirittura, 6 fossero già vicini al traguardo. A partire dal russo Sputnik.
Ma da qualche giorno sembra proprio che la linea del traguardo sia stata attraversata. Primo, pare, questo PFILER, tedesco-turco-americano. Costo, poco meno di 19,50 dollari, conservazione importante , -80°, efficacia al 90%. Ovviamente queste le notizie generali. Distribuzione in Europa in base alla popolazione, da gennaio o forse fine dicembre. L’altro di Moderna, azienda americana, invece, costo 60 euro, efficacia al 94°, conservazione meno complicata, -3/4°. Altro in prenotazione AstraZeneca costo 4 dollari, GlaxoSmith, 10 dollari. Non entro dei dettagli, ma qua si tratta di vaccinare miliardi di persone.
Ci sono aziende che sono schizzate in borsa con guadagni iperbolici. Ma a chi andranno i vaccini? Quali i governi che potranno permetterseli distribuendoli gratuitamente alla popolazione? Se Report diceva che nei paesi ricchi ce ne saranno 3 per ogni persona e in quelli poveri 1 per 3 persone, forse qualche problema qualcuno se lo dovrà porre. Le aziende non fanno beneficenza e sanno che il mercato per questo farmaco sarà immenso e immensamente redditizio. Ma il dilemma sarà a chi potrà arrivare il vaccino. Per gli ultimi e ai penultimi, troverà strade lastricate di buone intenzioni ma di scarsa efficacia perché scarsamente redditizie.
E quindi ci si ritroverà come sempre, ad usare l’efficacia e l’efficienza per chi potrà permettersele. Comanderà ancora quella che papa Francesco chiama Economia dello scarto? È evidente che questo è e sarà il grande dilemma della salute. Che già c’è in tempi normali tra i poveri. Il rischio è che ora si allarghi creando ulteriori disastri. Cura o business o cura e business?