Regione: candidati in “giornale”
Le notizie nel Partito Democratico si leggono sui giornali – dice Nereo Tiso vicesegretario del PD padovano-. Qualcuno, pare proprio dal partito, ha inviato al giornale la lista dei candidati consiglieri per le prossime elezioni regionali. Naturalmente nulla è per caso ma tutto è voluto, ad arte, perché gli “altri” comincino a farsene una ragione. Chi l’ha scritta questa lista di nomi? Quindi i candidati consiglieri sono già decisi? Io ritengo di no –ribadisce Tiso- perché si deciderà attraverso una discussione seria negli organismi deputati e non attraverso delle mail inviate ai giornali. Tra l’altro non c’è nemmeno il nome di una donna il ché mi lascia ancora più perplesso. Certo –dice ancora Tiso- ci sono nomi che da parecchio tempo pensano alla loro candidatura, ma il metodo non è questo: non esistono autocandidature, ma al massimo proposte di candidatura che dovranno essere decise insieme. Oggi abbiamo avuto la smentita di Fiore anche lui sulla lista; nome uscito, quello di Fiore, sembra, da un colloquio col segretario regionale. Ora mi piacerebbe leggere anche la smentita di De Menech perché di solito, a parlarsi e a decidere si è almeno in due. I nomi letti sono veramente tanti, forse troppi per una lista di nove: ex sindaci, consiglieri comunali ed ex assessori, qualcuno della “nuova generazione” appena entrato nel partito che scalpita ritenendosi adatto e preparato, e via dicendo. Il metodo usato è sempre pessimo e chi dal mio partito ha lanciato il messaggio sa di farlo o per creare confusione o per ribadire, forse, chi può farlo. Non vorrei – dice infine Tiso- che il Partito si perdesse in sterili personalismi e che qualcuno pensasse, per esempio, a candidature “anagrafiche” visto che oggi vanno di moda: sarebbe un gravissimo errore. Il partito –conclude il vicesegretario- ha bisogno di allargare la sua visuale, capire che molti hanno votato PD in regione e non possono essere abbandonati, ma non continuare a buttare nomi sulla piazza senza chiarire: la gente continuerebbe a non capire.