Quartieri: Bitonci non rispetta lo Statuto Comunale
Evidentemente il sindaco non legge lo statuto del Comune di Padova perché si sente al disopra delle regole stabilite pensando di essere lui la legge. Bitonci non si smentisce nemmeno sui quartieri: ha snaturato, più semplicemente, affossato tutto ciò che la precedente amministrazione aveva proposto e disposto e questo per controllare totalmente la città. Scorrendo il nuovo “Disciplinare dei Comitati di quartiere” proposto dall’attuale giunta, ci si limita a leggere che, degli artt. 20 e 21 dello statuto comunale scritti dalla precedente amministrazione col coinvolgimento di tutto il consiglio per avvicinare maggiormente i cittadini vista la cancellazione dei vecchi Consigli di Quartiere, Bitonci se n’è beatamente infischiato. Vuole vendere ai padovani per “democrazia partecipativa” e coinvolgimento dei cittadini la mera disposizione del controllo personale del territorio. Se nello statuto modificato a maggio 2014 e ancora assolutamente in vigore, è scritto “Consulte di partecipazione territoriale” c’era un motivo preciso e cioè l’opportunità che i cittadini del quartiere potessero partecipare attivamente alla vita del proprio rione e le nomine dovessero essere di persone legate al territorio e non solamente dei manichini inutili pronti a dire semplicemente “signorsì”. Uno sport già ben praticato da consiglieri comunali di maggioranza e da molti assessori per evitare di essere cacciati dal comandante. Quindi la proposta inscritta nello Statuto Comunale, che prevedeva anche il coinvolgimento delle associazioni del territorio, è stata semplicemente non applicata e le associazioni non faranno che, come facevano prima, andare col cappello in mano per la richiesta del contributo. Basterà, ovviamente, che queste non siano “etniche”. Tra l’altro, oltre ai 16 componenti il Comitato indicati dai gruppi consiliari eletti in comune (proporzionalmente maggioranza e minoranza) anche se non radicati sul territorio, ce ne saranno 2 nominati dal sindaco e, naturalmente di sua stretta fiducia, che e diventeranno uno presidente e l’altro vicepresidente del comitato e avranno l’obbligo di riferirsi solo a lui, pena l’esclusione coatta per ordine del sindaco stesso (art. 1/3 regolamento Bitonci). Si parla di revoca del consigliere per “gravi motivi” senza indicarli e quindi i motivi saranno decisi dal sindaco. A prescindere da ciò di cui si occuperà il “comitato”, la nota stonata è il Comitato voluto da Bitonci e dalla sua giunta sarà di scarso coinvolgimento e nessuna partecipazione, ma solo di controllo e propaganda. Infine organismo non solo nato snaturando e non rispettando le regole statutarie, ma assolutamente non credibile.