Prandina: gli impossibili, improbabili e inutili eccessi
Trovarsi in commissione per discutere una mozione di una consigliera di minoranza sulla Prandina, mi sembra voler continuare a dire io sto da una parte e io dall’altra. Chi, come la minoranza, vorrebbe asfalto per parcheggiare almeno 1000 auto a servizio dei commercianti di Corso Milano, e si lamenta dei pochi ora a disposizione gratuitamente. Chi invece, come Coalizione Civica, vorrebbe parcheggi esterni, lontani dalla città ma serviti da bus perché le macchine dovrebbero essere bandite, o quasi, dal centro storico così riducendo l’inquinamento.
Penso che, se qualcuno leggerà queste righe, non potrà che dire: “sempre la solita storia”. Il vice sindaco riferisce che si faranno delle valutazioni sul traffico della zona e della città per capirne i flussi e vedere, con maggior rigore, cosa sarà possibile costruire. Abbiamo lo studio di Ag. 21 con più proposte (difficile uscire con una sola!!!) e abbiamo l’amministrazione che attende di entrare in possesso del parco dal Demanio. Cosa che avverrà dopo l’abbattimento delle palazzine di Via Anelli. Quindi, che fare? Penso che in 37.000 metri quadrati ci possa stare di tutto.
Ritengo che la Prandina non sia l’ombelico verde di Padova, né la sola soluzione per i parcheggi della città, né l’unica soluzione per i commercianti di C.so Milano. La Prandina non può non essere ripensata all’interno di un piano complessivo per parcheggi, viabilità, mobilità sostenibile, ciclabilità, attenzione ai commercianti. Naturalmente con un approccio pragmatico e non ideologico pensando che tutti a tutti i costi debbano usare mezzi a pedali, né che le auto arrivino davanti, o quasi alla propria porta. Noi dobbiamo avere persone che arrivano a visitare la nostra città utilizzando i mezzi più appropriati, meno inquinanti. In tutto questo sicuramente ci sta il futuro della caserma Prandina. Il resto sono tentativi per distrarre la massa. Intanto, Buona Natale a tutti!!!