PD, si eleggerà un segretario o un leader?
Troppi sono stati coloro che hanno cercato di far traversare il guado a questo partito che, chi per un motivo chi per un altro, sono stati speronati e politicamente affogati. Qualcuno si è ripreso, qualcun altro sta nelle seconde o terze file dei nuovi candidati resistendo e sopravvivendo alle intemperie politiche; altri hanno chiuso con la politica attiva, qualcuno ha cambiato bandiera sperando forse di fare ritorno per amicizia, qualcun altro sta aspettando l’atto finale di un congresso che si concluderà il 3 marzo per decidere che fare. Non so se domenica prossima verrà eletto un leader, ma di sicuro un segretario, che dovrà rianimare un paese che sta biascicando per diffondere un nuovo modello di vita con un nuovo future job, discretamente retribuito: l’assistito!
Non rincorrere chimere del passato, partiti di massa inesistenti, futuro incerto, ma capire se si è ancora in grado di credere in se stessi, ma anche di cominciare ad avere ambizioni, forza, determinazione. Le idee non bastano, bisogna comunicarle con la convinzione di chi ha il compito di riprendere il ruolo che gli compete e non si abbandona all’inesorabile declino nella ricerca della propria identità. Saranno 1 milione i cittadini che andranno ai gazebo o meno? Una domanda che, a qualcuno, fa tremare i polsi e ricordare i bei tempi di Prodi e di Renzi.
Anche se tempi diversi e numeri diversi. Comunque persone vere che hanno partecipato, pagato per votare qualcuno in cui credevano, che gli comunicava qualcosa di positivo e propositivo e lo sentivano dalla loro parte. Ma forse si votava anche un leader, un trascinatore, uno che dava fiducia e riscuoteva consenso; capace di trasmettere ogni tanto qualche emozione con parole forti. Non so se domenica il Partito Democratico eleggerà anche un leader oltre che a un segretario. Forse mi sbaglierò, ma l’eccesso di politichese e correttezze istituzionali, l’evitare a tutti i costi forzature sui contenuti, usare sempre armi troppo leggere, penso dia un’immagine troppo volatile in un momento dove la comunicazione di ciò che si ha chiaro ha bisogno di essere gridata ad alta voce, senza urlare, perché tutti possano sentire.
Non so domenica 3 marzo se si eleggerà un leader; certamente un segretario. Negli anni i leader e anche i segretari che qualche volta sono coincisi, sono stati defenestrati a più riprese ritenendoli di volta in volta incapaci, arroganti, non degni di un Partito Democratico di sinistra (?), fiacchi, deboli o, troppo forti e quindi suscettibili di invidie trasversali, di ex o attuali apparati che hanno fatto quadrato per mettergli la gogna sperando che se ne vada presto per incoronare qualche altro che, forse, a breve avrebbe fatto la stessa fine. Naturalmente domenica ripeto, molti andranno a votare: sicuramente un segretario non so se un leader. La sfiducia di questi mesi dovrebbe trasformarsi in speranza per il nostro paese di fronte alle scelte folli di un governo che sta chiudendo le porte all’Italia e la sta portando verso l’inesorabile declino. Il segretario eletto ridarà voce, speranza forza a questo Partito? Andiamo a votare!