Padova svenduta per un piatto di lenticchie
Molti ricorderanno l’episodio biblico in cui Esaù “svende” la sua eredità al gemello Giacobbe per vana ingordigia. L’eredità fu pagata con un misero piatto di lenticchie. In questi due mesi, nella nostra città, stiamo costatando che lo sforzo dell’amministrazione Bitonci è proprio quello di ridurre Padova a un elenco di “contentini” a qualche gruppo di potere piccolo o grande e ad una seria infinita serie infinita di NO. Il piatto è servito da tagli pesanti ai servizi alle famiglie, ad un taglio di contributi all’associazionismo soprattutto quello “etnico” (boh!), ad un taglio dei servizi sociali “dispendiosi”ad un taglio ai fondi per la realizzazione delle piste ciclabili, il tutto a fronte di un abbassamento delle tasse che ha prodotto per i cittadini un paio di caffè al mese in più, cioè due miseri euro a testa. A fianco di ciò una confusa presa di posizione sul Nuovo Ospedale che rischia di far pagare un obolo pesantissimo ai cittadini visto che Zaia si è rivolto agli avvocati per tutelarsi di fronte a possibili ricorsi delle aziende coinvolte. E poi se eliminano le domeniche ecologiche sostituendole con nuovi parcheggi per evitare che le persone passeggino e vadano in bici nella nostra splendida città per ingolfarla di macchine e infine ci si dimentica delle periferie perché non si ha alcuna idea, il quadro fosco è completo. Aggiungiamo una ossessiva caccia all’accattone più molesto come lo scalpo da mostrare ai cittadini che, secondo Saia, si felicitano di fronte a tanto vigore messo in campo per eliminare i poveracci dalle strade e fare una vera “pulizia etnico-sociale”. Questi sono in cima al degrado della città, unici a farne le spese, messi a tacere con le manette ai polsi per poi essere, secondo quanto detto dall’ass. Brunetti, lavati e rifocillati al centro diurno (sic! Non si poteva fare lo stesso?). Ma quanti saranno mai queste persone che tendono la mano? Per Saia è un’invasione. Ormai è una battaglia anche verso coloro che si occupano di poveri e di povertà perché rei di fare politica contro la volontà dei padovani e don Bizzotto è uno di loro. Quali saranno le prossime mosse di questa impresentabile giunta? Ricostruire Padova non nasce dall’arrogante sfida della coppia Bitonci-Saia con la città, ma dando un respiro largo di apertura e di accoglienza e non di paura anche per i tanti turisti italiani e stranieri che vogliono vedere le nostre bellezze. Cari Saia/Bitonci, non è il carro armato in stazione che mette in sicurezza Padova, ma la determinata volontà di essere consapevoli che siamo una grande e straordinaria città che voi state immiserendo per un piatto di lenticchie.