• Padova: il vescovo Claudio dalla parte dei poveri
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Padova: il vescovo Claudio dalla parte dei poveri

Un parroco, un pastore, una persona umile, uno che da sempre sta in mezzo alla gente, che sta dalla parte degli ultimi e che, dalle sue prime parole, “si sente ultimo” egli stesso. “Il Santo Padre, imprevedibilmente come sempre – dice il vescovo Claudio – ha voluto inviarmi da voi come Vescovo. Penso si sia attenuto alla sua sensibilità di scegliere gli ultimi”.Quella parola che nel Vangelo non Claudiolascia trasparire alcuna discussione e sulla quale non si può transigere perché è a loro, gli ultimi appunto, i poveri,  che il Vangelo è stato annunciato ed è a loro, soprattutto, che il nuovo vescovo si rivolge e, quanto si capisce, a loro indirizzerà la sua opera pastorale.  E poi, ancora dal nuovo Vescovo di Padova: “Ascolteremo…(ci) aiuteremo…serviremo…collaboreremo…Insieme cammineremo… Tutto ciò per stare a fianco a chi ha il “passo più debole”, a chi fa fatica a reggersi in piedi da solo. Ma chi sono gli ultimi oggi nella nostra città? Abbiamo chiaro chi sono gli ultimi  cosa fanno, possiedono, dicono, vivono,da dove arrivano, chi  sono per essere considerati tali? Chi ha il diritto ad essere considerato ultimo, povero, bisognoso di aiuto e chi no? Chi deve farsi carico degli ultimi e in che modo? Sono domande a cui vengono date più risposte, spesso contraddittorie in base al momento e al luogo in cui ci trova a vivere e, naturalmente alla posizione in cui si trova la persona che le dà. È inconcepibile che qualcuno si dica cristiano e non assuma, come Cristo, un’opzione preferenziale per i poveri…così si esprimeva Oscar Romero nel 1979 prima di essere ucciso per aver scelto la strada dei poveri. La politica oggi sembra non dare risposte adeguate, le istituzioni faticano, parole pesanti di politici e  semplici cittadini suscitano odio e violenza che scatenano i più bassi istinti, i più insensati isterismi fino alla violenza fisica come è recentemente accaduto. E la scia potrebbe allungarsi in una escalation che non fa presagire nulla di buono. Ma credo che l’auspicio del nuovo vescovo di Padova,  non possa che sollecitare tutti a capire la strada del povero che fugge dalla miseria e dalla guerra, che ha perso il lavoro e che soffre, che è carcerato; l’anziano, la persona sola, la famiglia in difficoltà, i giovani senza lavoro. E tutti questi li troviamo sulle strade della nostra straordinaria città che, a breve, accoglierà il suo nuovo vescovo. Le prime parole del vescovo Claudio non possono che essere già un monito per tutti i cristiani, per coloro che hanno responsabilità di governo, per uomini e donne che hanno a cuore quell’umanità della quale fanno parte. Ma le sue parole sono quelle di papa Francesco,  ascoltato anche da chi è lontano dalla fede che ha i poveri sempre davanti a sé. L’impegno di noi tutti, padovani, credenti e non, istituzioni è quello di ripartire dalle parole conclusive del padre vescovo Antonio: “Non è peccato la povertà, ma è peccato l’indifferenza…” a quelle iniziali del vescovo Claudio: “Sarà mio compito di vescovo essere attento a chi ha il passo più debole…” Bisognerà aprire orecchie , cuori e non lasciare che i messaggi transitino in silenzio e cadano nell’oblio
. BENVENUTO VESCOVO CLAUDIO!

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