Padova, città poco “intelligente”?
Avere l’umiltà di imparare, guardare agli altri come capaci di portare valore aggiunto, capire il sistema migliore per fare di Padova una città “intelligente”, porterebbe linfa nuova e nuove prospettive. Pensare ad una città innovativa e “smart”, significa avere una visione organica della riorganizzazione urbana che permette di capire gli obiettivi comuni, le soluzione, gli interventi complessivi, senza dedicarsi a singole scelte in maniera raffazzonata e poco lungimirante, senza una idea coordinata e complessiva della città. Se a Padova è più importante togliere la polvere da sotto uno zerbino di qualcuno compiacente, vuol dire che si è miopi di fronte agli straordinari cambiamenti che si dovranno affrontare nei prossimi anni. Ed è per questo che dovrebbero emergere le migliori energie creatrici necessarie per pensare a Padova non come una città tra le tante, ma come la nostra città che ha l’orgoglio di essere grande tra le medie. Pensare una città “smart”, quindi, non è aumentare il numero delle auto car-sharing, o lanciare una app per pagare i parcheggi, oppure annunciare chissà quali cambiamenti bike-sharing poi, di fatto, sempre più dimenticato per far posto alle auto, ma avere dei riferimenti chiari, mettere assieme, attraverso uno sguardo complessivo su sanità, mobilità sostenibile, quartieri, periferie, parchi, attenzione ai giovani, servizi sociali, servizi pubblici, verde, energie rinnovabili, sport, reti sociali, reti economiche, assistenza, servizi scolastici, banda larga, cultura, turismo e via dicendo, reti di sviluppo e faticoso lavoro per la città del futuro. Altrimenti si guarda solo alla parte conveniente, alla sola risposta immediata; si rinuncia alle grandi opere per motivi di rivalsa o mediocri rivendicazioni come sta facendo il sindaco, e non al tutto ben più complesso ma decisamente più innovativo. Tutto ciò mette la città in perdita d’immagine e di vitalità oltre a non avere uno sguardo intelligente che, attraverso una regia professionale, governi la città e la renda migliore e più vivibile per i cittadini di oggi e di domani. Cittadini e non sudditi, capaci di mettere a disposizione competenze, oltre che di fotografare il loro territorio La città “intelligente” è la città che collabora con le le più importanti istituzioni, dall’Università in primis, all’Azienda Sanitaria, alle Fondazioni bancarie per la ricerca di risorse, ai rappresentanti del sistema economico, ai sindacati, fino alle istituzioni religiose che vivono da sempre sul territorio. Quindi, in sostanza, è necessario avere un’idea di città attorno alla quale far gravitare tutto il sistema perché questo sia innovativo, inclusivo e non esclusivo. Il tutto in una città,come la nostra, che è medievale nella sua radice, ma che ha un grande tessuto economico, sociale, commerciale e può vantare una sanità d’eccellenza. Bisogna ridare centralità alla capacità di Padova di generare e rigenerare benessere, ricchezza e vita buona. Tutto ciò sta vivendo un pauroso stallo con insignificanti iniziative che vogliono nascondere la evidente incapacità di governo. Soprattutto quando si arriva all’annuncio quotidiano senza regia complessiva. Fino a constatare che in una città “intelligente” bisogna ridurre e governare i conflitti e non quotidianamente generarli in una ricerca spasmodica del consenso più che una rivitalizzazione complessiva e lungimirante della città ed un miglioramento della qualità della vita per tutti. Bisogna ridare dignità alla nostra città e ai suoi cittadini alla quale ogni persona di buon senso può contribuire. Padova “intelligente” , Padova sostenibile, non è nelle corde di questa amministrazione.