Padova città che cambia…come?
A leggere i dati dell’ “Osservatorio Mobilità Sostenibile Italia”, Padova mostra di avere ancora molta strada da fare. La ricerca presentata nel 2017, quindi assolutamente recente, evidenzia le indagini fatte dall’osservatorio relativamente a 50 comuni italiani con più di 100.000 abitanti compresi i capoluoghi di regione, sulla sostenibilità ambientale con dei dati interessanti. Dati che evidenziano come la posizione della nostra città in alcuni casi sia in caduta libera con l’evidente necessità di correre ai ripari, in altri, si evidenzia come il lavoro fatto sia stato importante, ma che bisogna ancora migliorare. Ma veniamo ai dati.
Il numero di veicoli che viaggia sulle nostre strade, 58 veicoli per 100 abitanti, è in linea con la media italiana, ma ben al disotto e in buona compagnia, della media europea che è di 49,8 per 100 abitanti. Per quanto riguarda le emissioni dei veicoli in circolazione, Padova è nella media; 10% di Euro0/1, 11% Euro2, 13% Euro3, una larga fascia di Euro4/5, circa il 58% e un 10% di Euro6. Le auto a minor impatto sono circa il 12,5% con uno poco più dello 0,4% di auto elettriche o ibride che hanno una media italiana dello 0,37%. C’è molto da fare anche se la situazione parco auto non dipende solo dalla volontà personale di modificare lo standard di emissione cambiando auto. Uno dei problemi maggiori, come sappiamo, sono gli oltre 35 giorni all’anno di sforamento del pm10. Ben lontani da Torino che si aggira sui 90 giorni e anche da molte altre città, come Bologna, Parma e cc. che sono sotto la media annua di 31 giorni all’anno di sforamento.
Poi se si valutano i dati sulla quantità di PM10, si nota che la nostra città è in difficoltà sulla media italiana. Arriva a circa 37µg/mc su una media di 28 e un tetto massimo stabilito prima del default di 40, limite superato solo da Torino. Per il trasporto pubblico, Padova si trova circa a metà con poco più di 3000 posti-persona/km molto vicina a Bolzano e Catanzaro con una riduzione sostanziosa di passeggeri nel corso degli ultimi.
Interessante il dato sulle zone pedonali calcolate sulla base di mq. per abitanti. Il dato ci vede, con più di 0,8 mq. per abitante, tra le prime città in Italia. Abbiamo perso posti sulla quantità di km per piste ciclabili passando al 5° posto superate dalle emiliane Reggio Emilia, Ferrara, Forlì e Modena dopo che, per alcuni anni, la politica della ciclabilità è stata abbandonata. Qualche anno fa ci si contendeva il primato.
Anche i dati per i parcheggi a pagamento ci vedono lontane da molte città delle nostre dimensioni con circa 25 posti per ogni 1000 auto. Troppi? Troppo pochi?
E poi il car sharing che secondo questa ricerca, si è ridotto generalmente del 9% . A Padova gli utenti iscritti fanno fatica ad aumentare nonostante l’implementazione del numero di auto.
Il bike sharing ha buoni risultati come corse e come numero di utenti, ma dovrà essere ripensato e riscostruito per una città a vocazione universitaria come la nostra e di fatto ciclabile.
In sostanza, pur riconoscendo lo sforzo fatto dalle amministrazioni che hanno tenacemente operato per dare un volto di sostenibilità alla città, molto rimane da fare. Altre città stanno correndo, noi dobbiamo respirare meglio e correre a nostra volta. Senza slanci verso ciò che è irrealizzabile, ma soprattutto avere una visione di città a medio e lungo periodo. Il codice etico della sostenibilità si costruisce attraverso scelte che nascono anche da mediazioni che si spingono verso alti risultati, ma non verso l’irraggiungibile. Credo che l’amministrazione abbia iniziato un buon percorso che va portato tenacemente avanti.