• Mio intervento su: Regolamento asili nido
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Mio intervento su: Regolamento asili nido

Finalmente… dopo anni di ONTA per la città ed un regolamento che era un insulto al buon governo di Padova, alla sua storia, alla cultura del diritto e dei diritti, si cambia.

IMG_5394Il regolamento precedente era stato fatto, non per mancanza di risorse, per programmazione di chissà quale questione amministrativa, ma solo per questioni discriminatorie nei confronti degli immigrati.

Penso che per i bambini tutto deve essere predisposto per la loro crescita e non ci può essere alcuna discriminazione nei loro confronti.

Perché tale scelta dell’amministrazione precedente? Difficile che si possa capire. I bambini che vengono utilizzati per colpevolizzare i padri? Primi i padovani: quali?

Forse non era chiaro a chi governava Padova fino ad un anno fa, ma la dichiarazione dei diritti de fanciullo recita:

  • Preambolo: “….invita genitori, gli uomini e le donne in quanto singoli, come anche le organizzazioni non governative, le autorità locali….a riconoscere questi diritti…”
  • Principio secondo: “…Nell’adozione delle leggi rivolte a tal fine la considerazione determinante deve essere del fanciullo…”

Il sistema di proapganda della Lega utilizzando il regolamento degli asili nido è stato vergognoso. Propaganda  venduta come una vittoria, più che una sconfitta. Vittoria di chi? Della città, non credo, delle famiglie, non penso. Dei bambini? Assolutamente no.

Il tutto era inserito nelle provocazioni del profilo aperto del consigliere ex sindaco Bitonci, cioè, meglio nella discarica a cielo aperto in cui vi entrava ogni tipo di insulto e violenza verbale

Un rozzo tentativo è stato fatto anche dai leghisti regionali che hanno cercato, in maniera deprecabile, di stabilire una residenzialità di 15 anni per l’assegnazione del punteggio.

Sappiamo che il provvedimento regionale è sub judice della Corte Costituzionale in quanto in contrasto con la legge sulla Buona scuola art. 1 dl 65/2017 che recita: “Alle bambine e ai bambini, dalla nascita fino ai sei  anni,  per

sviluppare  potenzialita’  di  relazione,   autonomia,   creativita’,

apprendimento, in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo,

sono garantite pari opportunita’ di educazione e  di  istruzione,  di

cura, di relazione e di gioco, superando  disuguaglianze  e  barriere

territoriali, economiche, etniche e culturali.

 

Tra l’altro, nelle stesso decreto, si parla che le scuole 0-6 anni rientreranno nel sistema educazione e istruzione, quindi non più servizi a domanda individuale ma vere e proprie scuole

Quindi finalmente, con stasera, si chiude un capitolo, breve per fortuna, su un regolamento che ha messo la nostra città tra le città che hanno voluto la discriminazione leghista del “prima i veneti”, anzi, “prima i bambini veneti”.

Ora si cambia. La nostra città è per i bambini senza discriminazione alcuna.

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