• Mio intervento in Consiglio sui fatti successi a Padova il 17 luglio
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Mio intervento in Consiglio sui fatti successi a Padova il 17 luglio

Stiamo vivendo un momento complicato e difficile nel quale la violenza e i conflitti hanno sempre le prime pagine della stampa, anche locale. E ciò che è successo pochi giorni fa nella nostra città ne è la dimostrazione. L’analisi dei fatti è conosciuta nei dettagli col risultato che è montata la polemica politica di contrapposizione, spesso utilizzando modi beceri verso le persone. Purtroppo, il nobile motivo dello ius soli, sul quale si può essere d’accordo o meno, non ha provocato un confronto democratico, ma l’antagonismo sfociato, purtroppo, in assurdi IMG_3036momenti di violenza.
Nessuno, qua dentro, penso, può dire di non condannare la violenza, ogni forma di violenza. Perché la violenza, come sappiamo, non è solo lo scontro fisico assurdo di facinorosi contro le forze dell’ordine dell’altra sera, da condannare con forza e determinazione, ma è anche la provocazione cercata, l’attesa della provocazione per iniziare lo scontro fisico.
Ma forse la violenza non è anche violenza verbale? Non è forse l’uso di un linguaggio offensivo che mette alla berlina le persone non le idee, che vuole denigrarle sparando parole pesanti, provocatorie, che cercano il dileggio e sono pensate e utilizzate appositamente e scientificamente con violenza? O forse non è violenza quanto nelle pagine social di qualcuno è stato utilizzato costantemente un linguaggio provocatorio per fomentare risposte che hanno vomitato odio nei confronti del malcapitato di turno? Tutto ciò mi ha toccato personalmente quando, nella pagina dell’ex sindaco Bitonci, un personaggio con nome falso ha aggredito violentemente mia moglie e contro il quale ho presentato denuncia. D’altronde le parole hanno provocato guerre, ma hanno anche portato alla pace; sono là a testimoniare la grandezza del pensiero dell’uomo, ma anche la miseria dell’insulto, della discriminazione. Questo fa meno notizia nonostante l’effetto comunque devastante, per una Comunità che si riconosce in valori ben diversi, quei valori che l’hanno costituita e che, ora, attraverso questo Consiglio Comunale, vuole riaffermare e rafforzare.
Chi ha commesso le violenze dell’altra sera, dovrà assumersene la responsabilità personale davanti alla legge e alla nostra città. Soprattutto quando questa violenza ferisce le persone, nel caso i poliziotti ai quali va tutta la mia solidarietà. Nessuno deve pensare, in questa città, di violare le regole stabilite per il vivere comune e farsene di proprie, nessuno, in questa città deve pensare di agire contro la Costituzione che è ancora ciò che guida le istituzioni e i cittadini e che ha regole chiare. Essa impedisce la ricostituzione del Partito Fascista in ogni sua forma vecchia e nuova, ma non vieta la libera espressione, democratica, non violenta, come sappiamo.
Credo, infine, che la nostra città abbia bisogno di altro e la barra, dopo questi fatti, sarà ciò che questa maggioranza dovrà tenere a dritta. E questo è chiaro, scritto nel programma sul quale noi ci siamo impegnati perché vogliamo una città che guarda al futuro e non al passato. Né al passato recente, che i cittadini hanno voluto liberamente cambiare con in loro voto, né a quello remoto, che ha visto, purtroppo, la nostra città subire violenze di ogni genere, fino all’uccisione di persone con l’idea di eliminare con loro anche le loro idee e che, purtroppo, con gesti violenti, ne viene sfregiata e oltraggiata la memoria.
L’impegno del sindaco, prima e dopo i fatti, è chiaro: “No alla violenza in nessun caso e per nessuna ragione. Libera espressione nel solco delle regole e della legalità”. E su questo, così come ben espresso dalla mozione sottoscritta da tutta la maggioranza noi ci impegneremo perché il nostro compito è migliorare la nostra città. La propaganda strumentale la lasciamo agli altri che la fanno di mestiere

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