Mio intervento Direzione Partito Democratico sabato 21 giugno
Ciò che è successo l’8 giugno ci ha lasciato profonda amarezza e delusione; aver perso la città che governavamo da 10 anni consecutivi non solo non fa piacere, ma ci obbliga a capire e discutere le ragioni che ci hanno portato a questo punto. In un momento di grande trasformazione del Partito a livello nazionale e della volontà di cambiamento che è in atto nel paese probabilmente a Padova non siamo riusciti a coglierla fino in fondo e ci siamo adattati al già visto, già fatto e già sentito. Sono stati commessi degli errori? Facile dire di sì naturalmente, perché quando si perde ci si leccano le ferite, si cerca di capire come ce le siamo procurate: quindi riflettere sulle cause, fare diagnosi e trovare la cura. Credo che noi siamo qui per questo sapendo che ci sono delle responsabilità e le responsabilità sono personali e non collettive; sono di ognuno in funzioni anche dei ruoli che copre o ha ricoperto durante la campagna elettorale e non solo, perché non credo che la sconfitta sia nata dalla sola campagna elettorale: sarebbe una lettura delle cause monca di una parte molto importante che sta a monte e che nasce anche da scelte, fibrillazioni, difficoltà, malesseri travestiti da buonumore, sia per quanto riguarda l’amministrazione e il governo della città che il Partito. Partito, non dimentichiamolo, che si è lascito alle spalle 17 punti tra europee e amministrative e 4 punti tra le amministrative 2009 e 2014. Praticamente il 25 maggio la stessa persona con la stessa matita ha votato in maniera decisamente diversa per le europee e le amministrative. Certo, effetto Renzi da una parte, e effetto stanchezza di un modello che si perpetua nel tempo dall’altra. Ma vorrei andare per punti:
– Credo che le difficoltà abbiano avuto inizio in un momento ben preciso: quando Flavio Zanonato, sindaco in carica, indica Ivo Rossi come suo successore. Naturalmente non ho nulla contro Ivo Rossi che ho sempre sostenuto, ma penso non abbia fatto bene allo stesso Ivo. Da quel momento sono iniziati veti incrociati da parte di componenti della giunta, sono iniziate ad aumentare le difficoltà all’interno della maggioranza in Consiglio comunale (che già c’erano da tempo: più volte si è tentato di sollecitare al sindaco Zanonato un cambio di rotta e anche di maggioranza visto che quella eletta nel 2009 non esisteva di fatto più o quasi più. Ma non è andata così), delle bordate di chi non tollerava che ci fosse qualcuno “nominato”. Da questo momento sono nate, a mio avviso, anche questioni all’interno di una parte del partito che vedeva Ivo Rossi come non organico al partito stesso e anche, certamente, non in linea con la storia dello stesso Zanonato. Credo che tutto ciò abbia messo in moto il primo effetto negativo nei confronti di colui che poi sarebbe diventato il candidato sindaco del csx. Di fatto Ivo Rossi si è trovato dentro al la prima triturazione politica.
– Nel l’aprile 2013 Zanonato viene chiamato al compito di ministro e a Ivo Rossi viene lasciato la responsabilità di guidare la città. Gratificazione da una parte, ma situazione complicata dall’altra. Poteva smarcarsi dall’amministrazione Zanonato e presentarsi con un proprio programma alla città? NO. Poteva non governare la città lasciando perdere le incombenze amministrative lasciate da Zanonato al momento della sua partenza? NO. Di fatto Ivo Rossi continua ad essere visto come la continuità di Zanonato, di far parte di un sistema che va “cambiato”. Questo senza nulla togliere a Flavio che per anni ha governato bene questa città.
– Le primarie. Se, pur essendo previste dal nostro statuto, nel nostro caso sono state un ulteriore gioco al massacro. I candidati alle primarie continuavano a screditare l’amministrazione di centro sinistra e la figura di Ivo Rossi . Chi doveva/voleva governare Padova per il centro sx ha messo in moto un ulteriore screditamento dell’amministrazione che avrebbe dovuto sostenere . Una campagna elettorale debole, con pochi elettori ai gazebo ha portato al risultato che sappiamo: ulteriore indebolimento del candidato pur avendo vinto e uscita dalla coalizione di Fiore che, a parer mio, era decisa da tempo.
– Alla fine si è arrivati alla campagna elettorale indeboliti, con un candidato che da mesi viene messo con le spalle al muro, con una maggioranza in Consiglio comunale da un anno e più di fatto inesistente, con un partito che da poco, troppo poco aveva eletto i segretari con pesanti mal di pancia per la mancanza da parte degli iscritti della possibilità di scegliere tra proposte diverse e con con un competitor, Bitonci, che è stato troppo spesso sottovalutato perché non padovano o perché leghista. Una campagna elettorale che, a parer mio e non solo, ha visto delle cose spiacevoli: recapitare alle persone migliaia di lettere (30.000, 100.000) con l’indicazione per chi votare, e questo è legittimo, ma su queste lettere, inviate in maniera scientifica e selettiva per codice postale, indicavano certi nomi e certi altri no, e anche questo è legittimo, meno legittimo era che queste lettere fossero firmate dal coordinatore della campagna elettorale per Ivo Rossi, certamente non l’ultimo nel PD padovano. Probabilmente si voleva far finire una storia, la mia e di altri colleghi che erano seduti sui banchi del Consiglio, e far iniziar quella di altri, giovani…non noi. La gara è stata impari, alcuni giovani corrono più veloci dei vecchi, ma anche rispetto ad altri giovani, soprattutto quando iniziano la corsa molto più avanti degli altri e poi vengono indicati come il futuro di questo partito. Peccato! Saranno il futuro? Spero di sì, ma lo si deciderà e discuterà in questa sede e non in altre perché mi piacerebbe che ci fossero anche altri, diciamo non “indicati”. Comunque i numeri sono implacabili e se ne deve prendere atto.
Io voterò il documento di Antonio Bressa perché ritengo che quel documento dia la possibilità al Partito di non venire soffocato. Ma chiedo con forza che non si transiga più sul cambiamento radicale del modo di fare politica nella nostra città e nel nostro partito: se per anni si è vinto con Flavio Zanonato, credo che si sia dimostrata forza e capacità, per quel tempo… ora mi sembra che il vento spiri da un’altra parte e in questi ultimi anni non l’abbiamo colto o, purtroppo, si è continuato ad ignorarlo. Chiedo chiarezza nei contenuti e nelle proposte politiche, trasparenza nell’uso delle risorse, rinnovamento nelle sedi perché due, in una situazione di difficoltà economiche le ritengo inutili e dispendiose. Voglio un bilancio delle spese elettorali perché tutti noi dobbiamo sapere chi, come e che cosa è stato speso. Per questo chiedo la convocazione di una Direzione di partito straordinaria al max da qui a tre mesi.