pioLa figura di papa Pio XII ha sempre suscitato discussioni, riflessioni e non infrequentemente, contrapposizioni tra chi sosteneva che fosse stato troppo debole con i nazisti di fronte alla tragedia ebraica e chi, invece, ritiene che, seppur senza proclami ufficiali, si sia occupato senza sosta anche degli ebrei, oltre, naturalmente, della Chiesa e dei cristiani. Il libro di Dal Bello non ha certo la pretesa di essere il volume definitivo sulla questione, l’ultimo a derimere la questione, ma certamente, attraverso la precisione storica e la narrazione, cerca di dimostrare la straordinaria figura di questo papa. Pacelli, nominato nunzio e vescovo della Baviera Monaco sarà un grande amante della Germania e dei tedeschi  ma rimarrà lontano e rifiuterà il nazismo e tutto ciò che ne è ragione e conseguenza. Il libro vuole dimostrare che che il complotto ordito da Hitler per rapire Pio XII fu costante utilizzando tutti i sistemi per arrivare a far stare zitta quella voce ormai divenuta ingombrante per il regime. Addirittura, secondo l’autore, sembrava che Hitler volesse invadere il vaticano. Il papa rischiò più volte la vita incontrando personaggi ambigui e dovendo sopportare prelati che gli giravano attorno che erano più fedeli al regime che al papa. Al suo fianco, comunque, ci fu anche chi, nel silenzio, utilizzava la sua talare per cercare di aggirare in ogni modo la brutalità nazista e fascista e portate in salvo il maggior numero di persone possibili. Una situazione complicata, che lo vide sempre dalla parte della gente anche nei momenti più terribili da bombardamenti di Roma sino alla strage delle Ardeatine. La sua azione e la sua influenza diplomatica riuscirono a mettere in salvo centinaia di ebrei e di perseguitati utilizzando non solo le chiese e i conventi, ma anche famiglie influenti della Roma bene disponibili a rischiare. Pio XII morirà nel 1958 circondato dalla stima universale anche del mondo ebraico come attestano i messaggi di condoglianze giunti tra il 9 e il 10 ottobre. Ma ciò non sarà sufficiente a smorzare le voci di accusa  nei suoi confronti di essere rimasto in silenzio di fronte al più grande dramma della storia: la shoa. Molti, compreso Dal Bello, hanno dimostrato che il silenzio non ha voluto dire assenza del papa, altri continuano a denigrarlo. La storia e la ricerca derimerà il dilemma, io presumo riconoscendo la forza e il rischio della vita e di altre vite per chi si è speso sempre per il bene degli uomini, anche degli ebrei.

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