Li hanno votati in 20 milioni
20 milioni di italiani, è un numero straordinario a sostegno del nuovo Governo che, il 4 marzo scorso, ha segnato lo sbarramento tra un prima e un dopo: tra il governo, come ritenuto dall’accoppiata vincitrice, della depressione, delle invasioni, della Fornero, delle tasse e via dicendo, e il nuovo Governo, quello del cambiamento. E così stiamo assistendo a un continuo travaglio urlato, senza parto, non senza emozioni, a: basta immigrati, via la Fornero, giù le tasse. Poi, ma mi sembra non se ne parli più per evidente complessità finanziaria, reddito di cittadinanza.
La volontà o forse la necessità di mostrarsi rivoluzionari a tutti i costi, distingue il governo del cambiamento dal cambiamento stesso. Non una rivoluzione ma una drammatica involuzione, soprattutto in umanità. Si dà corso alla propaganda, più che al diritto Costituzionale, europeo oltre che ai diritti dell’uomo. Diritti soprattutto umani, di poter considerare donne uomini che, in un certo momento della loro difficile vita, con necessità primarie e in situazioni drammatiche, si trovano sulle nostre coste, in un nostro porto, a bordo di una nostra nave. Necessità primarie di essere considerati ancora semplicemente donne e uomini. Non si sa quanto questo passaggio abbia di tragico se non di farsesco. Si parla di un Governo che decide se una vita che è su una nave vale più o meno di un’altra sbarcata, accudita, aiutata, resa solamente umana. Ma qua evidentemente, il sostegno dei 20 milioni di italiani e più, ormai offuscati dalla propaganda governativa, non fa vacillare chi non si rende conto di trovarsi su una china politica molto pericolosa, nella quale si vende un nuovo “sole dell’avvenire” che non esiste agendo indisturbati ai prescindere dalla giustizia italiana, europea e internazionale. Basta il consenso.
E poi: qualcuno sente più parlare del famoso “decreto dignità”? Non è chiaro se la dignità sia per chi, ora, purtroppo, di fronte a contratti scaduti, perde un lavoro seppur precario, ma un lavoro, oppure per chi il lavoro deve crearlo. E la creazione del lavoro, difficilmente viene votato da un’aula parlamentare.
E poi, amici del Sud, che a man bassa avete dato il voto a chi vi aveva promesso regalie senza senso e che ora non è i grado di garantirvi più nulla, cosa farete? Quale cittadinanza, quale reddito: la dignità vostra e dei vostri figli è il lavoro non l’elemosina per legge. Di lavoro, coloro a cui avete dato milioni di voti, non parlano. Forse non hanno un idea chiara, o forse proprio non ne hanno una. Cosa farete? Voi, gente dai mille problemi, ma accogliente, conoscete il mare e le vite da salvare in mare, cosa farete?
E poi, gente del Nord, laboriosa e intraprendente; Veneti dalla grande umanità, dalle migliaia di associazioni di volontariato, che avete creato un mare verde Lega, cosa dite di fronte ai vostri industriali che capiscono il momento difficile di fronte a leggi farlocche scarsamente dinamiche per l’economia, o al serpente di odio che il vostro (nostro…) Ministro dell’interno sta alimentando? Non solo verso i migranti, ma verso l’Europa, le sue istituzioni. Voi, infine, che avete votato un referendum di cui nessuno più parla, che cosa dite?
E infine, noi italiani, forse siamo intimiditi dall’incedere senza limiti di un qualcosa che viene chiamato Governo del cambiamento, dal suo concentrarsi sul qui e ora ma non sul domani alla ricerca spasmodica del consenso? E voi, 20 milioni di elettori di questo governo, rimanete in silenzio impaurito pensando che un “uomo solo al comando” sia la soluzione ai nostri mali?
Cercate e trovate un po’ di tempo per pensare e cercate di capire se quella intrapresa dal Governo del cambiamento sia la strada migliore per l’Italia e gli italiani. Io, qualche dubbio, ce l’ho.