La Fiera si rinnova con progetti e risultati
Due anni di pandemia non sono stati facili per nessuno. Nemmeno per la Fiera Padova. Dopo le scelte fatte da parte dei soci, Comune e Camera di Commercio, di investire sul nuovo futuro della Fiera attraverso un piano industriale di vero cambiamento, si iniziano a vedere i risultati. Naturalmente, il tempo per riuscire a trasformare l’impresa di via Tommaseo e ridare il meritato posto che le spetta in città e non solo, non è e non sarà nell’immediato. Comunque, scelte, risultati e pianificazioni cominciano a dare i frutti attesi dalla pianificazione. Nonostante si sia scelto di rinunciare a grandi manifestazioni come Auto e Moto d’Epoca, la Fiera continua ad acquisire marchi, cioè manifestazioni, che vanno a coprire, non solo la mancanza di Auto d’Epoca, ma molte momenti dell’anno.
Ciò fa pensare, no ad una Fiera a scartamento ridotto, ma ad un ente che guarda in avanti. Ricordo, comunque, che le Fiere a livello italiano ed europeo, sono in difficoltà, almeno per quanto riguardo gli eventi espositivi. Quindi, si cerca di diversificare e dare vita agli spazi e ai tempi che spesso erano morti e difficilmente venivano riempiti. Qualche numero. Nei primi tre mesi del 2023, quattro manifestazioni hanno visto una presenza complessiva di circa 84.000 visitatori. Dai 55.000 della mostra su Dinosauri che chiuderà il 4 giugno; 18.000 per i due giorni di BeComics; 5000 per la mostra Felina; 4500 di Padova in Vino. Fino alla fine dell’anno ci saranno alle 14/15 manifestazioni. Praticamente più di due al mese, calcolando che per due mesi e mezzo sarà occupata dal Pride Village. Si sta lavorando per acquisire altre manifestazioni, collaborare con altre fiere, rinnovare le manifestazioni esistenti che già hanno acquisito una certa immagine all’interno della Fiera.
A questo non si può non rilevare, come ha già riferito il presidente Nicola Rossi, la determinante importanza del Centro Congressi. Nel 2023 i convegni porteranno complessivamente 60.000 persone che graviteranno sulla nostra città. Porteranno ricchezza per l’indotto: negozi, alberghi, musei ecc. Ma saranno anche un importante risorsa per la Fiera, sia di tipo economico, ma anche di prospettiva di crescita. Avere i convegni vuol dire portare innovazione in città, far sì che Padova sia centro di attenzione culturale e scientifico nel Veneto. Questo significa collaborazione con l’Università, con Confindustria, con enti che ritengono che qui a Padova, il Centro Congresso possa essere un polo straordinariamente attrattivo per i grandi convegni dove si presentano innovazioni, ricerca e risultati scientifici. A fianco di tutto ciò, Padova Hall, continua la sua collaborazione con l’Università, avendo fatto entrare la facoltà di ingegneria con un suo padiglione dedicato. Si arriverà ad avere un’area food che potrà servire i convegnisti e, in modo diverso, gli studenti che gravitano attorno all’Università. Al Centro Congressi si affiancherà un albergo che aiuterà a trattenere i convegnisti a Padova senza che questi si vedano costretti a trovare l’albergo fuori città.
La Fiera, quindi, sarà sempre più uno spazio aperto, uno spazio a disposizione dei padovani e non solo. Un altro riferimento della storia della città che si concretizza e si rinnova. Il lavoro che rimane è ancora molto a partire dagli investimenti per la realizzazione del piano industriale, al sostegno degli eventi fieristici già esistenti e al loro consolidamento, alla ricerca di nuovi eventi, all’implementazione del Centro Congressi. Mantenendo quell’equilibrio di bilancio che in questi anni ha visto Camera di Commercio e Comune di Padova collaborare evitando il tracollo dell’Ente.