La dis-integrazione degli immigrati
Non me ne vogliano gli amici immigrati o rifugiati, ma l’ultima decisione del sindaco di Padova di eliminare la commissione stranieri è in perfetta linea con ciò che sta succedendo attorno a noi e non lontano da noi. E in perfetta coerenza col verbo di chi governa questa città. La barriera al valico del Brennero, oltre a quelle in Ungheria, in Bosnia, in Polonia, in Slovacchia, in Inghilterra, i blocchi in Francia ecc., pongono una serie di problemi sui quali si stenta e spesso si inciampa. Cosa sta succedendo? La questione è complessa e da un certo punto di vista rivoluzionaria perché i fatti ci portano a capire che gli immigrati e i rifugiati non si vuole che posino i loro piedi sul suolo altrui se non con grande difficoltà, scorte, attenzione e misura.
Hai voglia di dire che la maggior parte degli immigrati è integrata, crea ricchezza, paga le tasse e manda i figli a scuola; che i richiedenti asilo scappano da situazioni terribili e non solo per la guerra; che i bambini sono alla fame, che ci sono paesi ben più piccoli che ospitano rifugiati pari ad un terzo o un quarto della loro popolazione: tutto ciò, di fronte alla mistificazione del soggetto rifiutato, non ha più senso. La propaganda non conosce misericordia e il consenso è l’arma che smuove i politici di grande responsabilità o di visione mediocre come il nostro sindaco che lucra sul piccolo cabotaggio. Per molti, quindi, meglio vedere un cadavere galleggiare sul Mediterraneo che avere qualcuno da gestire tra i piedi. Lo dico con brutalità perché mi rendo conto della violenza del linguaggio, ma purtroppo penso che questa violenza verbale sia la via maestra del rifiuto di chi sta peggio per la garanzia di chi deve gestire il proprio futuro politico. Quindi, l’eliminazione della commissione stranieri si immerge nel mare del rifiuto che sta creando quell’effetto domino che coinvolge anche persone qualsiasi, che fino a poco tempo stavano dall’altra parte della barricata.
La giustificazione del sindaco dell’eliminazione della commissione è sicuramente degna di nota: “gli stranieri sono cittadini come tutti gli altri e quindi, per qualsiasi esigenza, potranno rivolgersi agli uffici del Comune di Padova o direttamente al sindaco come qualsiasi altro”. Nessuno potrà negare la bontà dell’affermazione. Ma il problema è un altro: come i grandi capi di stato che hanno alzato le barriere contro gli immigrati, dicendo che ne hanno già molti, così fa il nostro sindaco che, non potendo issare barriere fisiche, ne alza molte di più costruendo sentimenti negativi nei confronti degli stranieri, negando qualsiasi strumento utile all’integrazione dei grandi e dei piccoli. Quindi si vende una banale affermazione di integrazione semplicemente perché questa si trasformi in dis-integrazione. Strumenti di distrazione di massa.
Questo prevede in questo momento la propaganda. Quindi, alla fine, quale potrebbe essere la vera rivoluzione? Quella che di fatto oggi non porta consenso; quella che pochi vorrebbero seguire, quella che ha davanti le immani tragedie, i popoli in fuga, la speranza come ultima ragione per vivere, quella che è cosciente che nel prossimo futuro, si voglia a no, molti uomini e molte donne con le loro storie, faranno sempre più parte del nostro tessuto sociale, produttivo, culturale, religioso. Accoglienza, integrazione e giustizia: queste dovrebbero essere le parole d’ordine. Sono convinto che ci sia un fiume carsico che si sta muovendo e che ha capito, non per finto buonismo o peloso pietismo, che la strada tracciata dal momento storico che stiamo vivendo, dev’essere percorso insieme perché non c’è via di ritorno e nemmeno di fuga. Altrimenti, penso, se la mediocrità avrà paura dell’intelligenza, domani ce ne pentiremo di non averlo fatto avendo creato oggi le premesse per ciò che non possiamo prevedere per domani.