INCENERITORE-PADOVA: da giugno 2014 non inquina più. Quindi?
Oltre trent’anni fa un regista padovano presenta fuori concorso al Festival del Cinema di Venezia, il film “L’inceneritore” con evidente riferimento al “mostro” di san Lazzaro. Erano altri tempi, altre sensibilità, altre proteste e altra polvere pesante e nera che si posava dappertutto in zona Padova est. Nel frattempo, passi ne sono stati fatti molti. dai depuratori di alto livello, alla realizzazione della seconda e, infine, della terza linea, inaugurata qualche anno fa. Un inceneritore costruito con tecnologia di ultima generazione che ha portato, secondo i dati, ad uno straordinario abbattimento de fumi e ad emissioni bassissime. Almeno così è riportato dai dati sul sito pubblico di Aps-Hera che ognuno può leggere.
Tutto ciò non ha ridotto le proteste dei comitati, associazioni ambientaliste, singoli cittadini e, naturalmente, della parte di chi ora siede al governo della città. Addirittura, 4 anni fa, è stata istituita una commissione speciale inserita nel Cdq 3 con esperti, cittadini, consiglieri di quartiere, tecnici di APS per monitorare l’inquinamento delle emissioni e, col dovere, di relazionare pubblicamente. Più volte si sono chiesti anche i numeri dell’incidenza sui tumori causati dall’inquinamento dell’inceneritore; qualcuno ha chiesto la chiusura della prima e, qualcun altro, anche della seconda linea, pensando ad una riorganizzazione della raccolta dei rifiuti, ma con scarsa lungimiranza.
Quindi, il sospetto che qualsiasi informazione data ufficialmente fosse falsa era, in qualcuno, sempre presente. Sta di fatto che, da giugno 2014, questo non è più un problema; l’amministrazione ha mostrato un assoluto disinteresse verso la questione “Inceneritore” come interesse nullo per le questioni ambientali. Basta non parlarne e l’”Inceneritore” non inquina più. Tanto che, a poca distanza, il sindaco ci vuole costruire il nuovo ospedale. Evidentemente qualcuno gioca sulle dimenticanze, sulle contraddizioni vendute a piene mani e deglutite senza batter ciglio da molti, anche dai più sospettosi.
Ma forse, l’inceneritore, dato che al momento lavora, brucia, produce energia e profitti e, per ora, non chiuderà alcuna linea salvo una totale trasformazione del sistema di rifiuti e della loro raccolta, può essere ripensato nella sua funzionalità strategica per la città. La sua energia, che lo autoalimenta e viene immessa in rete, potrebbe essere riutilizzata per riscaldare e offrire energia ad edifici pubblici facendolo diventare veramente un termovalorizzatore. Un importante investimento che trasformerebbe l’energia dell’impianto in sinergia tra enti che potrebbero usufruirne. Penso all’Università, al Comune, alla camera di Commercio. Investimenti per il bene della città perché lo scarto non sia fine a se stesso ma, oltre ad essere separato e riciclato, anche riutilizzato in forma di energia elettrica e vapore per il riscaldamento, così come si fa per il termovalorizzatore di Brescia e in molti altri d’Europa. Evidentemente al nostro sindaco questo annuncio gli manca e preferisce il silenzio.