La mia politica
Quando si inizia ad occuparsi di politica ci si può affidare anche ad un partito. Sappiamo che si può fare politica anche al di fuori dei partiti, io, però ho scelto un partito: il Partito Democratico. Un iniziale grande entusiamo con questa novità; l’esigenza di spostare l’impianto dei vecchi partiti che l’hanno costituito in un qualcosa dal respiro più profondo semza ansie e meno ansimante. Questo mi ha visto propormi nella lista del nuovo segretario con Rosy Bindi ed essre eletto all’assemble Nazionale che, di fatto, era anche l’assemblea costituente. Segretario venne eletto Walter Veltroni in mezzo ad una somma di pregiudizi da parte soprattutto dei politici appartenenti ai partiti del giorno prima.
Purtroppo, tra errori, veti, litigi, primedonne, il partito ha continuato a subire delle forti lacerazione e perdere consensi fino a far venire meno la speranza iniziale. Una pressione notevole degli apparati, la volontà di continuare la politica di prima e le sifde lanciate al segretario, lo fanno dimettere.
Anch’io mi permetto di dubitare se questo partito sia effettivamente il partito che avevo pensato, il mio partito, e cioè la sintesi di due grandi movimenti politico-culturalia storici che avevano contribuito a costruire questo nostro paese. Ma ho visto che la forza dell’apparato, soprattutto di chi aveva strutture, funzionari, potere, non veniva scalfito e si continuava a fare ciò che si faceva prima, a pensare in modo simmetrico al pensiero precedente, ad organizzare ciò che si organizzava prima.
Non mi arrendo. Io, cattolico, tollerato ma non sempre sopportato; poco ascoltato, quasi che il nostro patrimonio di pensiero, di cultura fosse sulla carta fondamentale, ma di fatto, ormai decaduto. Non ci sto! Voglio un partito aperto e non centralista; luogo di confronto, di scontro ma capace di di fare propopste ascoltando. Anch’io, come molti altri, penso di avere da dire qualcosa al mio partito, ai miei segretari nazionale, regionale, provinciale e cittadino, senza pregiudizio alcuno.
Ora, voglio scoprire se esiste ancora la via sulla quale avevo cercato di inserirmi per un’Italia diversa, rinnovata, attenta, non agli apparati, ma alle persone. Questa via era il PD. Spero di non essermi sbagliato a sostenerlo, a viverlo, a condividere e a vedere, ora, nel mio segretario Bersani, colui che ci aiuterà a fare il giro di boa. Lo spero proprio. E avanti!