I vigili di Saia come i carri armati di Mussolini

I vigili di Saia come i carri armati di Mussolini

Le ultime notizie ci dicono che saranno probabilmente assunti 10 nuove unità nel corpo di Polizia Locale del Comune di Padova. Bene, si potrebbe dire. Ma questi fanno parte di quei diciotto “assunti”   per trasferimento da altri comuni a luglio 2015. E quei 18 fanno parte dei numerosi annunci fatti dall’assessore  Saia a partire dallo slogan: “Ripuliremo la città”. Niente di male, in campagna elettorale si può dire ciò che si vuole, ma la realtà, evidentemente, non corrisponde allo slogan. Gli agenti che inizialmente si dovevano assumere, sempre secondo l’assessore Saia, erano 100, poi si sono ridotti a 60, poi ad una ventina ed infine,  a 18. Anzi, gli assunti a tempo indeterminato saranno 10, forse a fine anno, dato che i trasferimenti non sono evidentemente ancora definitivi e le assunzioni non si possono fare a piacimento o alla bisogna. Questo l’assessore lo sa bene ora come lo sapeva bene durante la campagna elettorale mentre raccontava bugie. Lo sapeva semplicemente perché anche lui era presente in Parlamento a votare la legge Brunetta, che prevede assunzioni  molto limitate  per i dipendenti pubblici (1 ogni 5).

Alla fine, quanti sono gli Aviv3genti di Polizia Locale agli inizi del 2016? Il numero, com’è noto, è di 264 compresi gli ufficiali. Quanti erano invece alla fine del mandato di Rossi? Un numero di poco inferiore: 252. Non si capisce bene, tra l’altro, come vengano conteggiati 4 pensionamenti, 1 dimissionario, 1 licenziamento e 1 (purtrviv3oppo) decesso e ciò senza contare il precedente comandante dimissionario. I numeri sono chiari e non sono assolutamente paragonabili ai numeri annunciati dall’assessore. La rivoluzione dei vigili c’è stata per migliorare sicurezza e degrado? Ancora si fatica a vederla anche perché, ho paura che oramai gli agenti siano come i famosi “carri armati di Mussolini”, che lo stesso duce faceva transitare  più volte davanti all’ingombrante alleato tedesco per moltiplicarne il numero e cercando così di mostrare l’inconsistente armata. Tutto ciò, naturalmente, a scapito della famosa sicurezza e della lotta al degrado . Ma sappiamo che i nodi sono al pettine, e il tanto annunciato piano “pulizia della città” si scontra con la triste realtà che ha sbugiardato l’assessore: gli agenti sono in bella mostra nelle piazze, ma i numeri non cambiano; cambia invece, e di molto, l’efficacia dell’azione. Tanto che ci si è rivolti al supporto dei vigilantes  (300.000 euro l’anno), che non hanno compiti di pubblica sicurezza, ma di “controllo”, pertanto devono, in caso di necessità, chiamare chi invece ha la responsabilità della pubblica sicurezza.

A questo si aggiungono i controlli dei quartieri periferici per i quali l’amministrazione ha un interesse pressoché  nullo. Ci aiutano ancora i numeri: i vigili assegnati all’inizio del 2016 ai quartieri sono 29, mentre quelli assegnati ai quartieri prima di Bitonci erano…29: cos’è cambiato? Nulla. E dove sono i presidii dei vigili all’Arcella, alla Guizza e a Chiesanuova annunciati nello scorso gennaio da assessore e comandante? Forse un giorno ci lavoreranno non dei vigili ma degli ologrammi. Ma la cosa interessante è che per la sicurezza questa amministrazione spende cifre importanti  e non solo per le poche assunzioni che, sembra, ricadano solo sulla Polizia Locale viste le molte lamentele degli altri settori. Sappiamo che i soldi non sono solo esclusiva degli agenti, ma sarebbe interessante che l’assessore rendesse chiaramente conto in dettaglio ai cittadini  delle spesa oltre che dell’azione della Polizia Locale. In sostanza, numeri dei vigli con poche variazioni, somme ingenti spese per una  sicurezza che, basta guardarsi attorno, rimane al palo: difficile la quadratura del cerchio e smentire le bugie. Infine, scriveva Hannah Arendt, “l’uomo può fantasticare realtà diverse da quella esistente e, sull’onda di ciò, negare deliberatamente la verità di fatto”. A buon intenditor, poche parole.

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