I bambini non si toccano
Non so se sia più drammatico o imbarazzante parlare della delibera votata l’altra sera dal Consiglio Comunale per spostare la chiusura delle iscrizioni agli asili nido. Fin qua nulla da dire, ma la cosa senza alcun senso è stata aver accettato da parte dell’ass. Brunetti l’emendamento della consigliera leghista Pietrogrande con il quale si chiedeva che, per l’accesso agli asili nido, si debba considerare anche il criterio di anzianità di residenza e, non velatamente, quello della “padovanità”. E questo nonostante ci siano 177 posti vuoti negli stessi nidi. Una discriminazione che fa ricadere sui bambini quelle che il sindaco Bitonci ritiene una colpa dei genitori e cioè di abitare in città da meno di dieci anni. E’ palese l’intenzione del sindaco di discriminare soprattutto gli extracomunitari assieme ai loro bambini, anche se, come sappiamo, molti altri potranno subirne le conseguenze (forze dell’ordine, militari, insegnanti,ecc. che si trasferiscono con la famiglia). Ma come si fa a far pesare sui bambini l’assurda ideologia di questa amministrazione? I bambini non devono essere sfiorati, non devono essere usati per becera propaganda, ma devono essere in ogni modo tutelati, sempre. Stupisce poi che l’ass. Brunetti abbia accettato nella sua delibera la vergognosa proposta leghista. Dell’assessore Brunetti conosciamo la sensibilità, la provenienza dal mondo cattolico, i valori e che si sia persa nel vortice leghista lascia perplessi se non sconcertati. Come fa a condividere la politica di Bitonci? Francamente non si capisce. Dobbiamo infine dire che la Convenzione Universale per i Diritti dei Minori parla chiaro e all’art. 3/1 recita: “Tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”, ripreso dal DL. 286/89 sull’immigrazione. Di fronte all’uso sconsiderato di delibere contrarie alla decenza e al diritto riconosciuto e qualora si procedesse, come presumo, alla stesura di un regolamento discriminatorio nei confronti dei bambini, credo che l’atto amministrativo che ne conseguirebbe potrà essere impugnato di fronte alla Corte Suprema dei Diritti dell’uomo di Strasburgo oltre che di fronte alla giustizia ordinaria italiana. Garantire i diritti dei bambini, di ogni bambino, ed ogni loro tutela, non può in alcun modo essere messo in discussione perché ce lo chiede, non il diritto, ma il senso profondo di umanità che è in ognuno di noi.