Governo: “…dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…”?
Parafrasando qualche parola della mitica Via del Campo di De Andrè, ci stiamo avviando a passi lenti e indecisi verso l’inizio della legislatura. I due contendenti, M5S e Lega, stanno trovando, forse, l’accordo definitivo e iniziare a governare.
I numeri in parlamento non rassicurano, ma danno una certa fiducia. Si parla di similitudine nei programmi, negli obiettivi, ma nulla è più strano delle confuse convergenze da contratto. Devono ancora iniziare a camminare e pensano già a correre come se fossero in una continua campagna elettorale concimando tutto con l’insulto facile, gli sproloqui giornalieri e le promesse irrealizzabili.
Naturalmente irrealizzabili per chi ha un’idea dei conti dello Stato, molto meno per chi, da anni, ritiene che esistano solo macerie da ricostruire. A guardare a dopo domani le scelte possibili dei nostri due nuovi “statisti”, la sintesi è immediata: Legge Fornero? Via!; Europa? Via! (Forse); Immigrati? Via!; Euro? Via!; lavoro? Meglio reddito di cittadinanza; Jobs act? Via!; Debito pubblico? Via il 40%! Flat tax? Vai! Questo è ancora il frutto della propaganda che ha condotto gli italiani a dirigere il loro voto verso M5S e Centro destra. Ma il governo è il governo e deve confrontarsi con la dura realtà dei numeri sui quali è difficile mentire e ancor meno ingannare, e delle relazioni con chi sta oltre i nostri confini in un momento complesso, difficile e triste per l’umanità.
Ma si deve ancora affrontare la prima curva contro la quale il prossimo possibile governo rischia di schiantarsi: si pensi alle leggi di salvaguardia, al possibile aumento dell’IVA, al necessario confronto con Bruxelles e quindi ai conti pubblici e a chi pagherà le promesse; ai rapporti sui migranti e via dicendo.
Vero è che chi ha esaltato Marine Le Pen, cammina sugli odiosi sentieri di Casapound, ha fomentato odio verso lo straniero, ha come amico il nazionalista Ungherese Orban, sostiene con forza i nazionalismi europei, non mi fa sperare nulla di buono. E poi, tutti stanno aspettando il voto degli italiani iscritti alla piattaforma del M5S. Cosa dovranno decidere il futuro dell’Italia? La bontà del contratto? Il nome del premier “straniero”? E quanti voteranno?
Allora la domanda è se il futuro sarà in mano a populisti o popolani. Sicuramente non a popolari nel senso più politico del termine. Difficile vedere degli statisti tra i promessi ministri dell’interno e degli esteri. E il PD? Spero termini presto di mangiare i popcorn e cominci a ripensarsi a tutti i livelli per sopravvivere o vivere. Diciamo che non ci rimane, al momento, che il Presidente Mattarella figlio di un’altra storia, a garanzia della Costituzione e di tutti noi. Una storia, quella del Presidente, non so se migliore, ma certamente diversa.