Fine vita: la coscienza, le regole, le scelte
Articolo 1 comma 8 dello Statuto: “Il Partito Democratico riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica, e riconosce pari dignità a tutte le condizioni personali, quali il genere, l’età, le convinzioni religiose, le disabilità, l’orientamento sessuale, l’origine etnica”. Questo quanto scrive lo statuto del partito Democratico. Poi se si vuole continuare con la gogna contro Anna Maria Bigon, credo sia uno sport che non può avere fortuna.
Le regole valgono per tutti e la coscienza, la sensibilità, i ragionamenti di Anna Maria non fanno altro che rispettarle. Vorrei anche dire che, su una proposta di Zaia, la maggioranza in regione doveva garantire il voto valido, non l’opposizione. Non l’ha fatto e ha posto in minoranza il suo presidente. Qu
esto è il dato politico. Poi, se l’opposizione decide di votare la proposta di Zaia sul fine vita, non può aspettarsi che su queste questioni ci sia l’unanimità o che ci siano indicazioni che vanno a cozzare contro la sensibilità e la coscienza dei consiglieri. Su un tema così delicato è mancata una discussione negli organismi regionali del Partito Democratico e si è arrivati a votare senza aver, probabilmente, rielaborato una sintesi politica necessaria in questi difficili passaggi della vita democratica del PD. Una maggiore attenzione alle diverse sensibilità personali avrebbe portato, probabilmente, a risultati diversi.
Votare un testo di legge regionale depositata dall’ass. Coscioni ritenuto dalla stessa “inemendabile”, non è stato un buon inizio con le conclusioni che conosciamo. Chissà perché non emendabile. La stessa ass.ne Coscioni ritiene troppo “restrittiva” la sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale con la quale si chiede una legge sul fine vita. E cerca l’appoggio delle regioni per rafforzare le sue proposte in Parlamento dato che le leggi sulla sanità sono nazionali e non regionali. Naturalmente tutto legittimo. In Parlamento, tra l’altro, è già stata depositata nel 2019 una proposta di legge sottoscritta da molti del PD che è una buona base di discussione per affrontare un tema così delicato. Ma di questa proposta nemmeno un cenno in regione. Comunque anche questa viene ritenuta troppo restrittiva dall’ass. Coscioni.
L’accanimento nei confronti di A.Maria Bigon è stato uno stillicidio che non ha fatto bene a nessuno. Si è aggiunta, poi, la reprimenda della segretaria, poi stemperata . Ma su tutto questo il senatore Graziano Delrio è stato chiaro: “Se verranno presi provvedimenti contro Anna Maria Bigon, mi autosospendo dal partito”. E Lorenzo Guerini sottolinea che “ogni provvedimento nei confronti di Bigon, negherebbe la libertà che è alla base della nascita del nostro partito”. Io non credo verranno presi provvedimenti da parte del Partito Democratico nei confronti della consigliera Bigon. È un momento carico di tensione anche se si dovrebbe arrivare a ridare voce al confronto, alla volontà di trovare una soluzione a problemi importanti come quello della fine della vita senza utilizzare le scorciatoie di Zaia. “L’etica imposta dal partito” sulla vita e ogni altra considerazione che ricada sulla sensibilità di ognuno viola lo statuto e viola la coscienza che è sacra. Spero che la gogna contro Anna Maria finisca e finisca anche quella contro coloro che si riconoscono nella stessa sensibilità della consigliera regionale. Il lavoro da fare è enorme. Se si vuole