Fiera di Padova: un patrimonio della città con uno sguardo speciale
Da molto tempo, anni, si tenta di rilanciare la Fiera di Padova cercando di ridarle un volto e una funzione che sia degna della sua storia. Uno sforzo che ha visto cambiamenti, anche radicali nella gestione, investimenti significativi ma che hanno anche profuso debiti per cause che, in questi anni, ha creato grosse difficoltà ai soci pubblici (Fiera Immobiliare). L’ingresso nella gestione delle manifestazione da parte del colosso francese GL Events, esperto internazionale di eventi, non ha rilanciato negli anni la nostra Fiera così come si sperava, trascurandola, perdendo eventi importanti e accumulando debiti.
Il lento ed inesorabile declino, i debiti accumulati e la mancanza di prospettive future, ha visto l’ingresso con nomina di GEO. Una società costituita dall’avv. Olivi, già all’interno del Consiglio di amministrazione della Fiera di Padova prima della privatizzazione e un imprenditore del settore allestimenti fieristici, il sig. Griggio. Il cambio avviene nel periodo del mandato del sindaco Bitonci. Seppur mantenendo manifestazioni fieristiche importanti come Auto D’epoca, la nuova società non ha saputo creare quel valore aggiunto di cui la Fiera aveva necessità e i soci pubblici speravano dopo GL Events, che pur rimaneva proprietaria dei marchi, cioè delle manifestazioni.
La pesante presenza del socio francese era certamente un ingombro non da poco ma comunque una società solida che però aveva deciso di disinvestire sulla Fiera di Padova . Naturalmente chi è subentrato aveva ben chiaro quale fosse la situazione, l’impegno economico e di programmazione necessario a rilanciare la Fiera. Fiera di Padova che, come tutte le altre fiere del Veneto e non solo, è in difficoltà, perché il brand “Fiera” così com’è stato conosciuto negli anni, dovrà probabilmente essere completamente rivisto. Comunque, le difficoltà economiche e i debiti accumulati per non aver onorato gli affitti dei capannoni a Fiera Immobiliare e quindi col rischio di non pagare i mutui contratti e di implodere, è stato superato con la ricapitalizzazione di Fiera immobiliare, la società pubblica, dai soci pubblici parte della Camera di Commercio con 17 milioni di immobili in grado, in quanto affittati, di generare reddito, e 13 milioni di euro in contanti e 30 milioni di immobili da parte del Comune.
Nel frattempo rientrano in Fiera immobiliare e quindi nella parte pubblica, i marchi (cioè le manifestazioni), si inizia a costruire l’agognato Centro Congressi , bloccato dalla precedente amministrazione per sogni di auditorium integrato che hanno fatto perdere anni. Gli ultimi mesi sono un braccio di ferro tra la società GEO. Che aveva operato sapendo che i debiti non venivano pagati. Il contenzioso sta tutto nelle pretese di Geo di avere il rimborso dalla società pubblica Fiera immobiliare, seppur somme variabili (5 milioni, 7 milioni di euro), degli investimenti fatti nella stessa Fera. La richiesta di un ente terzo di valutazione degli importi effettivamente spesi da parte di Geo, le pressioni fatte dalla stessa società per chiedere somme che sembrano effettivamente non essere quelle effettivamente spese, hanno provocato un inutile stallo di mesi. Se non, con un ulteriore atto provocatorio, la messa in mobilità dei dipendenti.
Le estenuanti discussioni sembrano arrivate ad una ragionevole conclusione e l’uscita definitiva del socio privato Geo Spa per dare la possibilità alla società pubblica di indire un bando per la gestione delle attività fieristiche con l’integrazione nella nuova società di tutti i dipendenti. Questo nonostante le cassandre dell’opposizione, che continuano a vedere in Geo SpA l’unica capace di salvare la nostra Fiera. Penso che le fatiche per arrivare ad una conclusione positiva dell’impasse siano necessarie per far sì che i 100 anni della Fiera vengano ricordati e celebrati con i dovuti onori. La città si aspetta una Fiera che non sia sterile e che i futuri gestori siano consapevoli che, per recuperarne la forza, ridarle il ruolo che merita ed essere da volano per la ricchezza della città, non può che trovare un assetto regionale. Se parte della Fiera è stata assegnata all’Università, se il Centro Congressi sta velocemente vedendo la luce, non si può più tergiversare. Il bene della Fiera è il bene della città e non può essere un tira e molla che ha provocata situazioni imbarazzanti ed economicamente improduttive. È ora di cambiare, il tempo trascorso è stato troppo.