Etica civile? qualche parola dal card. Martini
Oltre vent’anni fa al compianto card. Martini fu assegnata su Rai 2 alle 13.55 una trasmissione di 5 minuti dal titolo “Riflessione: viaggio nel vocabolario dell’etica” diventata poi un librettino con lo stesso titolo che ho comprato e conservo con cura. I primi anni ’90 era un periodo drammatico per tentare di ricavare qualcosa di positivo nel comportamento di alcune categorie e di alcuni personaggi venuti d’improvviso alla ribalta che, con il loro comportamento, hanno iniziato a mostrare come l’Italia potesse scendere lentamente ma inesorabilmente
su un crinale dir poco drammatico. La pentola scoperchiata, i rei e i correi messi davanti alle loro responsabilità, avevano cercato di ridare fiducia ad un’Italia stanca che aveva scorazzato per anni in lungo e in largo tra appalti pubblici, mazzette e corruttele di ogni tipo pensando che l’allegria di lor signori fosse l’allegria di tutti. Purtroppo, come sappiamo, non fu così e ora, non senza responsabilità di chi ha guidato il paese per anni in continua recessione economica ma anche, morale, si sta vivendo, se mai fosse terminato, un periodo identico. In questi anni viene giustificato un po’ tutto: comportamenti illegali , parole violente, dichiarazioni razziste,insulti, provocazioni di ogni sorta e ancora ruberie e malaffare, come se ciò fosse la main street dell’onestà, fino ad arrivare alle ultime inchieste contro chi gestiva ingenti somme di denaro pubblico e distribuiva ai personaggi di turno necessari alla questione. Prendo spunto da due affermazioni del card. Martini recuperate dal suo librettino: “L’etica indica i comportamenti che una società, nella sua saggezza ed esperienza, ha ritenuto positivi per la pace e l’ordine sociale, per il progresso dei cittadini, per l’aumento del benessere di tutti…” e la seconda: “…ciò che va fatto o evitato a ogni costo e in ogni caso, a prescindere dai vantaggi personali o sociali che se ne ricavano…”. Spesso i politici di turno, i finanzieri, i dirigenti pubblici che decidono e manovrano ingenti somme, si comportano come se nulla fosse accaduto o dovesse accadere mostrando che è in loro potere far girare la giostra dell’appalto in un modo o nell’altro. Se da una parte deve essere evitato qualsiasi interesse personale e sociale, dall’altra valutare da parte di organismi incondizionabili (se ne esistono…) chi deve decidere dal politico al funzionario e con chi si dovrebbe avere a che fare in caso di grandi opere, potrebbero essere mezzi utili a rimanere indenni dal dio-mazzetta e dal dio-disonestà,che relegano il nostro paese tra gli ultimi posti in Europa, il 69^, della triste classifica dei paesi più corrotti. Come mai? Forse fa anche questo parte del made in Italy? Certo non è da esportare e credo dovremmo un po’ vergognarcene. Non vorrei però far pensare che il sistema includa solo i grandi corroti e corruttori, i gestori di grandi somme. Ma la piccola richiesta di “favore”,la conoscenza di turno utile per.., il “piccolo” comportamento disonesto, talvolta dai più viene giustificato per un “diritto di sopravvivenza” di fronte alla sfrontatezza dello stato e alle difficoltà burocratiche. Peccati veniali o comunque peccati? Io credo se si accusa il grande delinquente gisutificando il piccolo delinquente, viviamo in una società che avrà sempre l’acqua alla gola e dell’onestà non potrà vantarsene. Concludo rubando ancora le parole del card. Martini: “La riforma della politica e dei partiti è appunto di porre regole legali che prevengano comportamenti illegali o che comunque non li favoriscano, permettendo davvero a tutti i cittadini onesti di partecipare con serenità al governo della cosa pubblica”. A quando?