• Bitonci-Saia: “quasi amici” per la musica

Bitonci-Saia: “quasi amici” per la musica

trombonesaia Tutti si ricorderanno che, l’estate scorsa, l’assessore Saia scatenò le sue ire contro il Radar Festival di Via Sarpi. Un sabato di diluvio, passò la serata a suonare campanelli alle famniglie di anziani che, secondo lui, avrebbero subito il disturbo della kermesse musicale, che, tra l’altro, quella sera, vista la pioggia, si svolgeva al chiuso.  Il tutto condito con la visita dei vigili al raduno musicale i quali, a parere sempre di Saia, non avrebbero avuto alcun permesso in regola. Notizia poi risultata falsa. Conclusione dell’assessore, dopo che gli organizzatori erano decisi ad andarsene: “Non sono loro che se ne vanno, ma i padovani che non li vogliono”. Sembra tutto chiuso, ma dopo qualche giorno, arriva Bitonci, che con gesto di riconoscenza e umiltà, torna a Canossa e discute con Rada Festival.  Dopo la discussione nella quale il sindaco sembra aver esaltato le competenza e la capacità degli organizzatori, la straordinaria programmazione musicale con gruppi invitati, di alto livello,   oltre all’importanza dell’occasione musicale per i giovani e la città, torna indietro, sconfessa Saia e mette sul piatto anche 75.000 euro dei cittadini: 15.000 per ogni anno di mandato. Addio a Saia!

Lunedì sera, a interrogazione teleguidata di un consigliere di maggioranza (non una parola in più rispetto al testo, forse scritto dal portavoce del sindaco) sempre all’assessore Saia, questo, ancora una volta, afferma che il festival Sherwood, che da 14 anni si svolge allo stadio Euganeo con autorizzazione della  giunta Destro nella quale era presente anche l’attuale assessore alla sicurezza, deve ridurre i giorni di apertura e cambiare aria. Naturalmente come ogni cosa che dalla città deve andare via, pensano di piazzarla in area neutra: Zona industriale considerata quindi, una sorta di bidone della spazzatura della giunta. Anche qua, però, dopo l’insurrezione, seppur pacata, a mezzo stampa,  degli organizzatori, ancora una volta il sindaco, smentisce Saia con un semplice tweet, affermado che:”…il progetto non è né di chiudere lo Sherwood né di spostarlo ma trovare una soluzione per organizzatori, frequentatori e residenti». Ancora una volta, l’ariete Saia si rompe la testa  contro ciò che Bitonci  vuole, ma che poi, non contento dell’operato del suo assessore con la testa rotta, arriva e cerca di fare da paciere. In sostanza, ciò succede sempre quando Bitonci non è in grado di uscire dalle sabbie mobili: “vai avanti tu che a me mi vien da ridere”. Saia, e oggi l’assessore Cavatton che per nascondere le lettere di dimissioni nel cassetto del sindaco i due consiglieri della lista Bitonci (dai giornali…tutto è legale?), accusa l’opposizione. Infine: non si vede la trave nel proprio occhio cercando la pagliuzza in quello altrui. Credo sia assolutamente evidente, che la giunta, compreso Saia, ha un’autonomia decisionale  pari a ZERO, è sempre in libertà vigilata e tutto deve passare, diciamo, sul tavolo del sindaco. Spero, se non altro, che dopo le figure barbine, Saia impari a “cambiare musica” perché quella che finora ha suonato è stonata. L’unico “trombone” è il sindaco, com’è evidente, che dirige i suoi sottoposti più che con la bacchetta, con la clava. Per i peccatori, anàtema sit. Rimarrete sempre compiti, in silenzio e ingabbiati come la stampa?

 

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