A sx si stanno cercando idee per il “popolo”
Dopo il 4 marzo sembra proprio che il “popolo” sia andato da altre parti e chi è stato in grado di farlo reagire in un certo modo ora sta al governo. In Italia da qualche settimana, in Veneto da 25 anni. Gli attuali governanti, sono genericamente chiamati “populisti” e considerati coloro che hanno aizzato lo stomaco del popolo, la paura, l’odio, il rifiuto dello straniero e si collocano, secondo tradizione, a destra. Questi, però, hanno conquistato i dipendenti e i titolari, gli uomini della cultura e quelli della coltura, chi sta in ufficio piuttosto che chi lavora nei campi, gli statali del sud come quelli de nord, gli sportivi e i sedentari, giovani e anziani, fino a chi votava a sinistra. E poi molti stranieri divenuti italiani, commercianti e industriali, uomini e donne che la domenica vanno a messa. Ci si chiede a questo punto chi rimane, dov’è quel popolo che spesso, a sinistra, è stato lasciato solo a farsi conquistare da chi oggi, nel bene e nel male, governa il paese e, da anni, questa regione.
La sinistra centro sinistra l’ha snobbato questo popolo, pensava che la solidarietà, l’accoglienza, la laboriosità, la disponibilità fossero i grandi valori che potevano reggere la sostanza di una storia di sinistra centro sinistra. Ma non è stato così. Ci siamo tuffati nel mondo dell’ecologia che poi è diventato ecologismo o estremismo ecologico, abbiamo parlato poco di famiglia perché era meglio dire “famiglie” in quanto politicamente corretto, abbiamo sempre difeso i poveri ma non li abbiamo convinti, abbiamo difeso giustamente i diritti civili, ma il popolo andava da un’altra parte, sono state fatte grandi scelte e cambiamenti evidentemente per il popolo che, però, è rimasto sordo.
E coloro che hanno chiaro tra chi gravita nel modo della sinistra centro sinistra, c’è ancora qualcosa, molto di buono, sono stati lasciati in disparte. Parlo dell’associazionismo, del volontariato, del mondo giovanile sempre più social-smart, degli anziani-attivi sempre più in aumento, delle persone semplici che ci sono ancora e sono molte, di chi parlava di ambiente senza estremismi, di chi ha bisogno che qualcuno semplicemente stia almeno per un momento dalla sua parte, ma sono stati dimenticati. Ma anche le imprese, la ricerca, le università; e infine, ma non ultimi, i migranti con decreti di un governo di sinistra criticati dalla sinistra perché considerati di destra. Quindi non la sinistra che ha abbandonato il popolo, ma il popolo che abbandonato la sinistra.
La sinistra centro sinistra, giusto per distinguersi, si presenta in sigle diverse e spesso contrapposte, che hanno fatto battaglie in prima linea l’una contro l’altra per dire chi era più o meno a sx, per delimitare territori che, alla luce di ciò che sta succedendo, stanno stretti al “popolo” o verso i quali non ha alcun interesse. Ed affermare naturalmente principi non negoziabili fondati sulla Costituzione. E quindi avanzare sparsi per colpire uniti?
Cosa fare? Ormai il fondo in Italia si è toccato (forse!) e in Veneto l’abbiamo toccato da tempo. Semplicemente si deve “dire qualcosa”, non so se di sinistra, ma certamente dirla. Si deve ripartire, ricostituire e forse rifondare e cercare di capire cosa sta succedendo alla sinistra centro sinistra, ma soprattutto, cosa è successo in Veneto e cosa sta succedendo in Italia. Le sigle identitarie hanno mostrato l’ennesima ed endemica frammentarietà e fatto perdere credibilità alla sinistra in un momento in cui l’onda è anomala. Se non ci si renderà conto rapidamente che la sinistra centro sinistra sta attraversando un uragano europeo, si farà fatica a ripartire. Dobbiamo innescare la speranza perché questa è il futuro e disinnescare la paura. Abbiamo ancora qualcuno che pensa, che sta bene in mezzo al “popolo” perché lo conosce. Il Partito Democratico deve ripensare la sconfitta senza perdere troppo tempo, camminando tra le proposte nelle diverse sensibilità. Non è morta la sinistra centro sinistra, ha milioni di cittadini che stanno dalla sua parte, che hanno voglia di rimettersi o mettersi in gioco; si deve recuperare il popolo recuperando il futuro. Cambiare i vertici, la classe dirigente? Ad ognuno le proprie responsabilità.