A.M.Boselli, G.Caravello, A. Baroni, L’Everest tra sogno avventura e scienza, ed. Cleup
Milvia, collega di partito ed ex collega in Consiglio Comunale mi ha consegnato questo libricino con orgoglio e una punta di emozione. E credo abbia ragione. Milvia, innanzitutto è una donna di scienza, che da anni fa ricerca e che ha iniziato questa esperienza tibetana assieme ai due colleghi Caravello e Baroni per dare risposte eco compatibili ed eco sostenibili riguardanti la potabilità dell’acqua per quelle popolazioni così “alte” e così in difficoltà. L’acqua, come dicono gli scienziati autori del libro, “li ha fatti incontrare”. La piramide-laboratorio costruita in Tibet, a circa 5000 metri di altezza in mezzo al fantastico paesaggio della catena dell’Everest con le montagne più alte del mondo, non può che far venire in mente straordinarie avventure alpinistiche, salite faticose, avventurieri e turisti fai da te, portatori sherpa, neve, freddo, ma anche fantastici personaggi some lo jeti. Il viaggio, anzi i viaggi-ricerca del trio sono anche tutto questo: incontri, situazioni al limite dell’imbarazzo, volti particolari, città rumorose e affollate, cibi particolari, profumi, odori, religione, la politica e i media del Tibet, la natura meravigliosa che conquista e si mostra bellissima e poetica. Ma è soprattutto ricerca, collaborazioni, capacità,competenza e professionalità che hanno permesso di affidare agli scienziati locali preparati presso l’Università padovana, quel laboratorio-piramide così alto ma così necessario per delle popolazioni che l’acqua più che risorsa, poteva essere causa di malattie e di sofferenza.Il progetto, iniziato dai tre biologi padovani, continua. Un’avventura che ha avuto eco in Italia e all’estero: presentato al Presidente della Repubblica, davanti all’assemblea dell’ONU e ad altre Università. Un’orgoglio per l’Università padovana, per la città e soprattutto per i suoi iniziatori.