Claudio, l’ultimo passaggio
Stamattina erano le 9 e il cortile di Palazzo Moroni, sede del Municipio della città di Padova, ospitava una persona speciale: Claudio Sinigaglia. Dopo la sua morte di martedì, decine, centinaia di messaggi di cordoglio sono arrivati alla sua famiglia, scritti su social, sui giornali, in TV. Un cortile che Claudio ha attraversato centinaia di volte, da solo, in compagnia, discutendo, anche animatamente, per trovare la via migliore per la soluzione delle centinaia di situazioni complicate che chi si occupa di amministrare una grande città, ogni giorno deve affrontareMa oggi, non stava discutendo, ci ha resi silenziosi, pensierosi, tristi, sofferenti. La sua bara di colore chiaro attorniata da istituzioni del Comune, deputati, rappresentanti della regione, sindaci, ex sindaci, consiglieri comunali, amici, emanava la forza di andare oltre questo momento. La scia tracciata da Claudio, di disponibilità, caparbietà, capacità, visione, si radicano nella sua testimonianza di fede nel considerare la centralità della persona, non un fardello da portare, bensì una dono da custodire, da aiutare, da sistemare: “bisogna trovare una soluzione”. Gli interventi, le tante straordinarie parole che sono state dette si sono posate su quella bara coperta di fiori bianchi. L’ultima attesa, l’ultimo passaggio da quel portone, l’ultima visita in Comune dove ha trascorso anni a occuparti di chi stava peggio, era dovuto. Transitare nella casa Comune dove si decide il bene comune.
E al tuo fianco, così come da anni, la tua famiglia. Tua moglie Roberta, composta nell’immenso dolore, madre dei tuoi figli Edoardo, Gregorio e Virginia,. Anche loro con lo sguardo verso di te per allungare la mano prima del distacco definitivo dal loro papà che, forse, sentiranno di più tra qualche giorno papà. La tua la malattia li ha messi alla prova, ma la fede li ha protetti perché è la speranza a sopravvivere e non la disperazione di chi non ha più speranza.
Poi parti, guidato dalle moto della Polizia Locale, verso la tua chiesa, dove gravitava tutta la tua vita fin da quando eri bambino. Là entro, tra quelle mura, hai vissuto i più grandi momenti della tua esistenza.
La tua eredità, per chi ti ha conosciuto e ricordato, non potrà essere che rendere vivo, non un ricordo che passa rapido, ma mettere a frutto chi tu eri: un marito, un padre, un credente, un politico, un amministratore.
Buon viaggio nell’eternità del Padre!