Sicurezza o insicurezza: la città che vogliamo
Il dibattito e non solo, che giornalmente si sussegue nella nostra città non ha bisogno di grandi commenti a riguardo sicurezza-insicurezza. I dati della Questura, per alcuni reati, risultano assolutamente rassicuranti così come le affermazioni del Prefetto. Altra cosa sono le sensibilità dei cittadini, le loro proteste e le loro attese; altro ancora i tentativi, talvolta un po’ fuori misura, di chi ha soluzioni quasi a portata di mano, infine il lavoro importante che sta facendo l’amministrazione. Come tutti ben sapranno, i luoghi sotto esame non comprendono tutta “la città” bensì alcune zone della stazione e del quartiere Arcella.
Naturalmente la sgangherata opposizione consigliare cerca di usare i mezzi che ha, compresi i comitati di cittadini, le associazioni politicamente non neutre, per fomentare e allargare il campo della frustrazione con accuse ad alzo uomo contro l’amministrazione. Affonda le mani in ciò che viene considerato la “porcheria” della città: la micro criminalità. Cosa che aveva fatto anche il sindaco precedente abbaiando senza risolvere alcunché. Questo mettendo a rischio anche le zone del quartiere che, nonostante tutto, non sono così sotto tiro. Le proposte sono sempre le più varie ma che, spesso, vogliono usare la sola repressione come il modo migliore per la soluzione dei/del problema.
Alcune questioni, comunque sono legittime. Prima: mai lasciare i cittadini soli, anche coloro che non vedono il loro quartiere come un covo di criminali; secondo: riconoscere il lavoro importante delle forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza che giornalmente sono presenti e controllano, con i mezzi a loro disposizione, la città e, soprattutto i quartieri più a rischio. Terzo: la Polizia Locale, che non ha responsabilità di ordine pubblico, ma che è presenza significativa e importante nella nostra città che collabora fattivamente con le forze dell’ordine. Ultimo, il progetto “Città sicure” che fa da deterrente, per quanto sta nel loro mandato limitato, ai tentativi di iniziative criminali. Le risposte potrebbero sembrare ridicole perché sono date dalla quotidianità da queste presenze che svolgono un compito difficile ma, che troppo spesso viene svalutato perché il positivo viene sempre assorbito dal negativo della propaganda.
E poi il lavoro silenzioso ma determinante delle tante associazioni sportive, culturali, sociali, le parrocchie che operano, in mezzo a mille difficoltà, sul territorio e cercano di dare risposte ai cittadini con progetti e iniziative per rendere vivi i quartieri e far sentire almeno un po’ meglio chi vi abita perché dove c’è vita non c’è crimine. Pensiamo alla rivitalizzazione dei Giardini dell’Arena e di Piazza De Gasperi, che con iniziative importanti hanno contribuito a cacciare presenze criminose che ne avevano occupato lo spazio. E poi: l’importante investimento del Comune per la nuova illuminazione, le telecamere ormai diffuse in ogni angolo che controllano quasi qualsiasi movimento. E ancora, il controllo di vicinato che, ancora in fase sperimentale, dovrebbe essere utilizzato anche in modo diverso oltre la mera denuncia di situazioni criminose alla Polizia Locale. La rete che vi si potrebbe creare attorno sarebbe di molto aiuto.
Forse qualcuno crede che la militarizzazione delle zone più turbolente della città possa garantire maggiore serenità ai cittadini e sicurezza? Che dotare le forze dell’ordine, se no addirittura la Polizia Locale, di armi sempre più sofisticate possa eliminare la criminalità? Le forze dell’ordine fanno la loro parte, in collaborazione costante con la Polizia Locale e quindi con il Sindaco, nella piena attuazione dei loro compiti che, credo, conoscano molto bene. Le associazioni dovranno, per quanto nelle loro possibilità, fare ciò che possono, sapendo che non è e non sarà facile. Nessuno ha avuto, ha e avrà la soluzione definitiva. E le risposte ai cittadini devono essere fatti riconosciuti e riconoscibili e il lavoro si sta facendo. Molto, come sempre rimane da fare, ma le risposte si danno insieme senza individualismi .