M5S: il grande bluff!
Qualche settimana fa Alessandro Di Battista alla trasmissione “Di martedì” dopo le solite contumelie e la quotidiana dose di insulti, non riceve l’applauso automatico dal pubblico in sala ed è costretto a richiederlo. Questa è la dimostrazione plastica del lento ed inesorabile declino del M5S. Molti dei voti passati alla Lega, al PD e al non-voto. Terminati ormai da tempo i bagordi della vittoria, ora si infoltiscono le contraddizioni, le palesi incapacità e incompetenze nonostante si cerchi di nascondere tutto con piccoli atti di distrazione di massa che nulla hanno a che vedere con il governo di una grande nazione come la nostra.
La violenza verbale alla quale ci avevano abituati si è arenata sugli scontri con il capopopolo firmatario del contratto alla quale il M5S sta pagando l’onerosa pigione del calo vertiginoso di consenso. Le contraddizioni sulla TAP in Puglia, all’ILVA di Taranto, alle grandi opere annunciate e mai partite; al ginepraio del TAV, al reddito di cittadinanza ancora molto in sofferenza e oscuro. E poi la falsa vittoria sulla povertà, la tutela del “contraente” Salvini facendolo passare come protetto dal Parlamento nonostante le battaglie epiche contro l’immunità.
Ovviamente l’altro vice aveva ben chiaro della debolezza del M5S nella persona del suo capo politico vice premier, e sapeva quale poteva essere un ministero di propaganda senza responsabilità economica: quello dell’interno, appunto. Il tutto condito con annunci e qualche leggina, come quella della legittima difesa, a sostegno di, credo, cinque casi in Italia, dei pochi emigranti da non far sbarcare e via dicendo. E questo in funzione della propaganda e del deterioramento del M5S che non è in grado di gestire la situazione né dentro di sé né nel governo. Chissà se saranno in grado, invece, di onorare il contratto e continueranno a governare questo paese in palese difficoltà economica, con la riduzione dei posti di lavoro, con le aziende che chiedono un allentamento della pressione fiscale per fare investimenti, con la crescita prevista dello 0%.
Problemi che si acuiscono quando, l’altro cardine del movimento, l’onestà, frutto di una ostentata moralità, viene a cadere con l’arresto per tangenti di personaggi di spicco. Ma, come sappiamo, non è il primo caso. Sono caduti nel disonore morale, hanno forzato i valori a loro favore e li hanno traditi. Il problema, purtroppo però, non è il M5S, ma il nostro paese al quale non sono state date risposte per il domani. Forse, ed è ancora peggio, non se ne rendono conto. Onorare un contratto è difficile, governare un paese, per chi vive ancora su slogan con una politica di modesto cabotaggio, impossibile. Il declino, e lo si è visto e lo si vedrà alle amministrative, è solo all’inizio.