• L’oblio del cattolicesimo democratico?
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L’oblio del cattolicesimo democratico?

Un momento difficile, storico, di cesura tra un prima e un dopo, tra stiracchiati tentativi di pronunciare parole, fare proposte importanti e la pira  il confondersi inesorabile dentro sistemi vecchi e nuovi. Partiti o movimenti, forse, hanno scarso interesse per la storia e il pensiero del cattolicesimo democratico, i grandi valori che ha condiviso e sostenuto, che ora sembrano finiti nel tritacarne del nuovo modello della nuova politica fatta di urla e insulti.

Dopo la lunga e quanto mai difficile stagione ruiniana, quella dei “valori non negoziabili”, spesso mal digerita, sembra che i cattolici e in particolare il cattolicesimo democratico,   fatichino a trovare un filo comune conduttore, uno slancio per ridare futuro ad una propria proposta senza rimpiangere il passato. Forse qualcuno attende un ulteriore presa di posizione della chiesa ma, come si nota dalle ultime dichiarazioni del card. Bassetti, si lanciano auspici a chi si trova a barattare un possibile governo.  Il “cattolico adulto” che fa politica sta dalla parte della ragionevolezza e della proposta che viene dal dialogo tra opposti e dalla sintesi che ne deriva. Ma questo, a partire dai quei valori fondanti che hanno caratterizzato un percorso di storia che ora, se vuole respirare novità come credo sia doveroso, ha bisogno di futuro, senza sostare sulla riva del fiume, ma da protagonisti e da persone adulte che fondano il proprio esistere in quei valori che scaturiscono dal Vangelo.

Forse è difficile parlare ancora di persona, di famiglia, di valore del lavoro, di solidarietà, di accoglienza, di integrazione, di sostegno ai deboli senza ricevere il classico buffetto da sinistra o un po’ di compassione da destra? Probabile che il nuovo che avanza, non abbia alcuna idea di cosa voglia dire avere una storia come quella del cattolicesimo democratico, che va rivista e revisionata, certo, ma che ha dato grande impulso allo sviluppo economico, sociale ed etico del nostro paese. Il nuovo modello,  che rende veloce il rapporto tra domanda e offerta politica e impedisce la fatica della riflessione, dovrebbe interrogarsi se, effettivamente, non ci sia ancora spazio per un altro modello, invece, che aiuti a capire e che investa sulla realtà piuttosto che sui sogni. Tutto, purtroppo, è mescolato nel calderone col tritacarne dell’antagonismo, della superficialoneria o di ciò che viene chiamato “populismo”. Molti di noi hanno creduto nel Partito Democratico. Da qualcuno siamo stati visti un po’ comunisti e un po’ democristiani,  spesso violentatori dei famosi “valori non negoziabili”, talvolta accusati di apostasia, forse poco democratici.

Ma, saldi nella consapevolezza che il pensiero cattolico democratico non può chiudersi in obsoleti recinti del passato, bisognerà ripensare, se possibile, un nuovo percorso di impegno politico che non significa, necessariamente, un nuovo partito. Non interessa  chi brandisce rosari strumentalmente, chi usa il crocifisso in modo blasfemo o le “tradizioni cristiane” vendendole come valori imprescindibili, ma solo ascoltarsi, ascoltare ed essere ascoltati. Credo che, prima di cadere nell’oblio, si abbia ancora molto da dire e da proporre.

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