• I ragazzi del ’99
  • I ragazzi del ’99
  • I ragazzi del ’99
  • I ragazzi del ’99

I ragazzi del ’99

Nel messaggio di fine anno, il Presidente Mattarella ha evocato i ragazzi del 1899, chiamati alle armi nel 1917, subito dopo Caporetto, per rinsaldare le fila dell’esercito italiano in rotta. La loro forza, il loro entusiasmo e il loro sacrificio, contribuirono alla vittoria finale giovdell’Italia nella Grande Guerra. Ma l’obiettivo del Presidente era un altro, incruento e vicino a noi: i giovani, il 4 marzo e le elezioni politiche. Stavolta saranno coinvolti i ragazzi del 1999 che voteranno per la prima volta e dovranno scegliere. Un diritto-dovere che segna un passaggio di grande responsabilità di fronte al futuro del Paese.

Difficile dire quanto si sentano investiti questi “ragazzi”, quanto abbiano chiara la consapevolezza dell’importanza del voto e del valore della Politica.  “Fatti non foste per viver come bruti” diceva il Poeta e quindi la necessità di mantenere uno sguardo alto, capace di affrontare senza tentennamenti il domani, anche attraverso il voto . Valorizzare in prima persona la necessità di un cambiamento partecipando ad un evento sapendo di poter contare.

Proprio quel “I care” di don Milani, quel prendersi cura, occuparsi, anche attraverso l’espressione del voto, della cosa pubblica e del bene comune invece che essere indifferenti. I giovani, come doveroso, hanno entusiasmo, sanno quello che altri prima di loro non sapevano, si muovono rapidamente, sono vigili,  si informano, sono preparati,  ragionevoli e hanno quella dote che altre generazioni hanno avuto prima di loro: gli occhi aperti sul futuro. Perché no alla politica? Perché si rifiutano di affrontare decisioni che riguardano la comunità? Pensiamo, per esempio, che la Gran Bretagna è uscita dalla Comunità europea per l’assenza al voto dei giovani. Giovani poco responsabili o politica poco credibile?

Le generazioni prima di queste, quelle che hanno guidato la politica, che dovevano trasmettere valori e  lasciare loro una città, un  paese migliore, hanno persone grandi occasioni.    Sembra che i giovani non si arrabbino mai, abbiano qualche sussulto momentaneo, ma poi ricadano troppo rapidamente nell’oblio. Eppure, la grande vitalità che caratterizza il mondo giovanile c’è, è viva, sa apprezzare i grandi valori che danno forza all’esistenza: solidarietà, giustizia, ecc. Difficile capirli? Forse difficile aiutarli.

Il lavoro, la frustrazione della continua precarietà, la difficoltà dell’indipendenza dalla famiglia, il tempo che scorre inesorabile senza grandi risultati. Tutto è in continua evoluzione e rapido cambiamento. Per noi, che veniamo da altre esperienza, ci sembra la generazione a cui manca sempre qualcosa: senza lavoro, senza ideali, senza valori, senza prospettive, senza pensione. Eppure qualche domanda, forse, merita per capire: il lavoro per i giovani, è lo stesso che noi abbiamo sempre pensato? La pensione, sarà quella a cui molti di noi aspirano per la fine di una carriera lavorativa? La mobilità è la stessa che noi non abbiamo avuto? I fondamentali variano come variano il tempo e  le opportunità. Forse, a noi, il dovere di aiutare i giovani a coglierle. Anche quella del voto.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

QR Code Business Card