• 27 novembre: Zaia e il nuovo ospedale.
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27 novembre: Zaia e il nuovo ospedale.

Pian piano si sta avvicinando il momento definitivo, il D-Day dell’ospedale di Padova. Il presidente Zaia sì è impegnato, con la consulenza di un gruppo di lavoro costituito da esperti, ad indicare quale/i gli spazi per costruire il ospedale pd nuovo ospedale della nostra città. Una grande responsabilità per una grande opera necessaria. Dopo l’uso strumentale dell’ospedale fatto dall’ex sindaco Bitonci, che ha stracciato un accordo di programma sottoscritto dall’ex sindaco Ivo Rossi, dall’allora presidente della Provincia Barbara Degani, dal rettore in carica in quel periodo Giuseppe Zaccaria e dallo stesso governatore Zaia con il quale si indicava l’area cosiddetta Padova Ovest, per saltellare in  qua e in là e, con una virata, ritrovarsi infine ad indicare Padova est, in mezzo alla zona industriale. Situazione confusa, questioni ingarbugliate.  Si vedrà. Ancora molto rimane da chiarire.

Naturalmente è da chiarire anche, che si era arrivati ad indicare Padova ovest, non casualmente, ma dopo un percorso molto lungo, fatto di confronti con i sindaci dei comuni contermini, con i dirigenti dell’Azienda Ospedaliera, studi dell’Università, relazioni tecniche, studi di fattibilità e via dicendo, ma evidentemente, a colui che ha disonorato per due anni e mezzo la nostra città, non è bastato. E pur di  non mettere mano alle proposte dell’amministrazione precedente, ha pensato, assieme a Zaia, di cestinarlo. I motivi politici e propagandistici non hanno mai chiarito del tutto le ragioni del cambiamento. Probabilmente  utili a  deligittimare quanto fatto precedentemente, non solo dagli amministratori, ma  anche da professionisti e tecnici.

Ma i cittadini hanno contribuito a ridare alla città  una nuova opportunità col sindaco Giordani. Il quale Giordani propone la  costruzione di un nuovo ospedale sull’esistente con uno studio di pre-fattibilità che ha una sua logica, sottoposta alla valutazione del governatore e dei tecnici, senza preclusioni o imposizioni, quindi con soluzioni di grande apertura.  Un ospedale che non sia l’ospedale  nato dopo le beghe di qualcuno, ma quello che interpreta al meglio il futuro non solo sanitario della nostra città.

Le condizioni politiche rispetto a qualche anno fa  sono cambiate, ma l’obiettivo rimane di avere una struttura di eccellenza per i prossimi cinquanta anni senza piegarsi alle pressioni di chi vorrebbe farne un uso strumentale. Giordani  ha delle proposte chiare, ma vuole confrontarsi solo per il bene dei padovani. Ora siamo  nella fase decisiva e il pallino è passato nelle mani del governatore Zaia che, ricordiamolo, ha cambiato più volte idea, anche dopo firme ufficiali. Speriamo che la saggezza politica si confronti con quella tecnica  e che non prevalga né l’una, né l’altra, ma si arrivi a definire un ospedale che sia il meglio per questa città sapendo che, comunque, dovrà soddisfare in primis chi, non per sua volontà, è costretto a farne uso.

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