• Padova ha bisogno di una rivoluzione
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Padova ha bisogno di una rivoluzione

Qualcuno afferma che, per vincere le elezioni, non serve un programma, necessario invece per governare. Sembra quasi uno slogan per esimersi dal pensare e ripensare la nostra città. Padova non ha bisogno di un coup de théatre, della fantasia di un momento o degli slogan del candidato di turno senza un pensiero che si concretizzi nel tempo. Certo, vincere è importante, governare necessario, governare bene fondamentale.

scarpeChiudere  con la mediocrità vista in questi ultimi 3 anni, è un dovere. E’ ora di cambiare, senza pensare a tattiche magiche per raccogliere a destra o a sinistra ma avendo chiaro che la città ha bisogno di non chiudere le porte e che chi condivide un percorso lo deve perseguire assieme ad altri. Non c’è alternativa. Padova ha una sua  identità di città del progresso, della cultura, della scienza, della solidarietà, dell’economia, delle importanti periferie e deve avere un programma che la riscopra e la faccia dirigere verso quella grandezza che le spetta, anche allargando i propri confini ormai inesistenti.

Infrastrutture, certo, ma soprattutto ricostruire quel tessuto di relazioni che è stato irriso in questi ultimi anni. Cosa ce ne facciamo di un nuovo auditorium, di un nuovo Centro Congressi, di un nuovo ospedale se mancano le relazioni costruttive tra i padovani vecchi e nuovi e tra i padovani e i  non padovani?  L’Europa è in difficoltà e sembrano prevalere culture scarsamente democratiche e per questo non si può abbassare la guardia nemmeno a Padova. Quando si passa dalla testa alla pancia, si fa fatica a ragionare e quindi l’attenzione deve essere massima.

Ci sono obiettivi non immediati ma realizzabili a partire da subito come integrazione, legalità, trasporto pubblico, verde pubblico, attenzione alle persone, che hanno bisogno di essere declinati nella nostra città senza perdere un attimo.  Avere chiaro  l’obiettivo di rendere Padova la città che guarda al presente, alla sua storia ma soprattutto al futuro perché questo è ciò che ci si aspetta dalla nuova amministrazione.  La campagna elettorale sarà lunga: non si può arrivare all’appuntamento già logori per troppo attendismo, troppa tattica e poca strategia. C’è chi, in questo momento come Giordani sta camminando per la città, chi invece continua nel suo insulto quotidiano e chi guarda le stelle aspettando godot. Io preferisco chi cammina.

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