I cattolici: nel Partito Democratico per governare il paese
E’ notizia di oggi che alcune personalità di grande prestigio appartenenti al mondo cattolico e provenienti da esperienze e da professioni laiche, si vanno aggiungere a Giorgio Santini, segretario aggiunto della CISL, per contribuire a formare le liste del Partito Democratico. Questi sono Edo Patriarca, organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici, Ernesto Preziosi, direttore dell’Istituto Toniolo e Emma Fattorini, docente de La Sapienza. Persone di grande esperienza e professionalità oltre che aver vissuto tutta la vita all’interno del variegato e straordinariamente vivace mondo cattolico. Purtroppo, non infrequentemente, il mondo impegnato in politica portatore dell’esperienza e del pensiero cattolico, viene visto come il “megafono della gerarchia” incapace quindi di costruire pensiero autonomo e alla ricerca di una sede politica protetta, possibilmente con un occhio a destra e uno sinistra per capire dove meglio vengano difesi alcuni valori di riferimento. Sono convinto invece che la straordinari esperienza di molti di noi ha molto da proporre, e penso debba essere ascoltata alla pari di molti altri e non messa in disparte quasi come una riserva ormai ininfluente nel mondo secolarizzato. Qualcuno avrà deciso di trasferirsi dal PD ad un altro schieramento politico perché sente di avere da questo risposte più adeguate ai propri valori altri, come molti di noi, hanno deciso di restare nel PD. Credo che questo il segretario Bersani l’abbia capito indicando alcune persone, non tanto per riequilibrare gli squilibri, ma perché ha intuito che il cattolici del suo partito sono capaci di lungimiranza propositiva a partire da quei valori nei quali si sono formati , dalle capacità e competenze acquisite nel tempo, dalla propria esperienza professionale che, assieme a chi nel partito appartiene ad altre culture ed esperienze, può contribuire al bene del paese. Essere nel PD come cattolici non è replicare il pensiero dei grandi cattolici democratici, come La Pira, Lazzati, Moro, Dossetti precursori di quell’anima progressista di centrosinistra e della grande visione europeista che è il cuore del PD. Pur riconoscendone il valore e l’insegnamento che non va mai dimenticato, da nessuno e non solo dai cattolici, i cattolici stanno al servizio della comunità e operano in modo autonomo facendosi carico di quella “carta” straordinaria che è la Dottrina Sociale della Chiesa. Non è quindi una questione di nomi o solo di equilibri né tanto meno di correnti che potrebbero mettere a disagio , ma di riconoscere che il Partito Democratico è costituito da varie culture che insieme l’hanno costruito e che insieme vogliono orgogliosamente governare l’Italia e continuare a governare anche importanti esperienze amministrative. Certo, ciò non toglie che la dialettica interna ci debba essere nell’interesse dei cittadini che stanno aspettando uno scatto di orgoglio della politica e vedono negli uomini e nelle donne che verranno eletti il prossimo 24 e 25 febbraio, una speranza di cambiamento dal governo. Noi siamo presenti e vogliamo esserlo, senza corse troppo affannose in avanti ma anche senza arretramenti; non sentiamo la necessità di cambiare maglia pensando ad un’altra squadra forse più “centrista”. I segretario Bersani dà speranza al paese anche riconoscendo il ruolo del pensiero cattolico, certamente mai silenzioso e sempre propositivo.