PA-TRE-VE ridotta a PA-Cittadella?
La città metropolitana PA-TRE-VE della quale anche nella nostra città si è discusso per molto tempo,rischia di essere definitivamente cancellata con un altro NO dal sindaco Bitonci. La PA-TRE-VE era un’idea con la quale si scopriva che il continuum tra queste città andava regolamentato, vivacizzato, vitalizzato perché molto poteva offrire oltre i confini e i campanili. Ognuno con la propria singolarità, con le proprie identità. Pensiamo al turismo con l’unicità di Venezia che può fare da traino; pensiamo alla crescita culturale, alla ricerca nel confronto tra le Università di Padova e di Venezia oltre che con Treviso. Un movimento di studenti , di giovani che si spostano da tutta Europa per venire a studiare nei nostri Atenei e viceversa, che creano ricchezza e danno vitalità alle città. Si pensi alle potenzialità delle infrastrutture, la spinta per una viabilità di collegamento rapido tra le città fino all’aeroporto di Venezia rilanciandolo come hub principale e fondamentale del nordest. Inoltre, l’importanza per gli scambi commerciali con l’est Europa, la movimentazione di merci del nostro interporto e del porto di Venezia, oppure la grande forza dei poli industriali delle tre grandi città oltre che dei comuni contermini. Nessuna delle tre identità andrebbe cancellata , ma si metterebbero insieme le forze, le intelligenze, le professionalità, le idee unendole a quelle dei comuni minori che possono integrare con le loro identità, capacità e in maniera non subalterna lo straordinario progetto. Tutto in una logica europea di apertura principalmente verso est e verso nord-est, ma anche verso il resto d’Europa. E non ultima una sanità integrata e di valore a partire da quella padovana con il nuovo polo ospedaliero. Problemi e difficoltà ce ne sono, ma possono essere risolti se si ha ben chiaro l’obiettivo e se si crede che le potenzialità del Veneto, in un mondo globalizzato, possano emergere solo ed esclusivamente se ci si mette assieme. Altra cosa è pensare in piccolo, dove l’obiettivo viene nascosto dalla creazione di confini sempre più ristretti come fa il sindaco Bitonci. Bitonci ha un’idea di città chiusa, limitata, arroccata nel provincialismo e pensa che il tutto si risolva nel mettere insieme alcuni servizi con altri comuni, creando la mamma chioccia che attorno a sé ha dei pulcini da guidare, con una non-visione della realtà e del significato di grande città. L’idea di ”Area Vasta” di cui parla Bitonci, è un’area ristretta, contratta e non di largo respiro. La Padova-Cittadella-Casalserugo e comuni amici, stride con la portata che potrebbe avere la PA-TRE-VE di allargarsi, aprirsi al vasto territorio europeo, per portare valore aggiunto alle nostre città con nuove e maggiori opportunità per i cittadini. Continuare a dire sempre dei NO e a chiudere porte e finestre, a pensare che tutto si risolva parlando innanzitutto di sicurezza repressiva come refrain monocorde tipico di questa giunta, mostra ancora una volta la mediocrità amministrativa della propaganda leghista. Peccato per Padova e per i padovani.