Padova: la periferia dimenticata
Il termine banlieu ormai passa come un termine dispregiativo. Sono le periferie (questa la corretta traduzione) in particolare nelle grandi città francesi, dove convivono malavita, spaccio, problemi sociali, disoccupazione e che, alla luce di quanto successo recentemente a Parigi, anche luoghi dove si incuneano personaggi poco raccomandabili e terroristi. Scarsa attenzione, ghettizzazione di gruppi etnici poco graditi, naturalmente extracomunitari di ogni provenienza, ma soprattutto persone che si sentono abbandonate, emarginate, lontane da chi abita sotto la Tour Eiffel. E a Padova? Da mesi si sta aspettando che il sindaco se ne occupi, capisca che ogni periferia della nostra città è almeno grande come due Cittadella, che vi sono tantissime persone di ogni provenienza, anziani, bambini, famiglie, che necessitano che le istituzioni gli siano vicine soprattutto dopo che la sbornia da propaganda elettorale è finita (almeno sulla carta). Purtroppo il sindaco ha deciso di non procedere come stabiliscono le norme e il regolamento comunale pensando che i quartieri siano un prolungamento del suo potere tanto che, nel pseudo regolamento ora impugnato di fronte al TAR perché in palese violazione dello statuto, aveva pensato che a lui e solo a lui, spettasse la revoca dei consiglieri e come si deve procedere. Una visione talmente ristretta e miope da non accorgersi che i quartiere sono abbandonati. Forse ci sono nomadi ed extracomunitari che non vuole incontrare? Non saranno certo le persone incontrate qualche ora al pomeriggio nelle sale civiche attorniato dagli assessori con delega alla segreteria del sindaco, che mettono le istituzioni dalla parte dei cittadini. E’ faticoso occuparsi dei quartieri, ancor più se questi quartieri sono le periferie estreme della città, ma che hanno bisogno di avere degli interlocutori veri e non fantasmi che passano regalando tre minuti di ascolto. Il rischio non può che essere il declino sociale, l’abbandono, la tristezza periferica, l’insofferenza verso le istituzioni da parte dei padovani. Non riconoscere che le periferie possono essere dei rigeneratori di positività urbana, è grave e sono scelte di chi non sa cosa sia una grande città. Non si è ai livelli delle periferie delle metropoli, ma il silenzio colpevole dell’amministrazione aspettando la sentenza, trascura quei luoghi straordinari di vita. Se non ci fossero associazione sportive, associazioni che si occupano del disagio, gruppi di anziani e le immancabili parrocchie, sarebbe una tristezza . Ci vuole un’idea di città, caro sindaco, che lei non solo non ha, ma nemmeno immagina. Provvedimenti tampone, sbrigativi, dando risposte di propaganda immediate ai pochi senza tener conto di tutti. Un’idea mediocre di città, sostenuta da una notevole superficialità amministrativa. Le nostre periferie hanno bisogno di essere ascoltate con persone che se ne occupino veramente. Si legga lo statuto del Comune e capirà come si fa a costituire Le Consulte territoriali, e faccia presto. Ha perso troppo tempo.