Nuovo ospedale: il sindaco tace
Il sindaco di Padova, dopo gli ingorghi dei primi mesi creati dalle varie dichiarazioni sull’ospedale, sta in silenzio. Probabilmente ha altre priorità in questo momento oppure si trova in mano una patata bollente che non sa a chi passare. Nel frattempo, però, parlano altri soggetti interessati, che fanno dichiarazioni, assegnano aree provvisorie per la sua costruzione e, a parte qualche suo sostenitore, tutti dichiarano che la costruzione del nuovo ospedale sul vecchio, non ha senso. E ciò a partire dal presidente della Regione Veneto Zaia che lei conosce molto bene. Ma credo che il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dott. Dario, abbia detto una parola chiara: “Basta attese, l’ospedale va fatto rapidamente altrimenti perderemo le menti migliori”. Non si sa quale decisione stia meditando il sindaco perché probabilmente in imbarazzo su cosa decidere. Se portasse in Consiglio la delibera con la quale chiudere su Corso Australia, area indicata dalla precedente amministrazione e approvata dagli organismi competenti dopo studi di fattibilità, si assumerebbe una notevole responsabilità di fronte a chi, compreso il Presidente Zaia, ha sottoscritto un accordo, mettendoci non solo la faccia, ma impegnandosi anche con 150 milioni di euro. Naturalmente la scelta non rimarrebbe inefficace dal punto di vista economico per il Comune e quindi per i cittadini: qualora le cose non andassero come da accordo precedente, la Società progetto e Finanza chiederebbe i 16 milioni che ha già investito. Li chiederebbe alla Regione; richiesta che poi verrebbe fatta al Comune, cioè al soggetto che ha deciso. Se invece, come ha già ventilato, vorrà far realizzare un “nuovo” progetto su altra area e cioè nell’attuale sede dell’ospedale, dovrà far pagare al Comune e quindi sempre ai cittadini, le somme relative al progetto che, come sappiamo, non è di competenza comunale bensì regionale come previsto dalla legge che Lei sicuramente conosce. Se invece preferisce abbandonare tutto e lasciare che l’ospedale vada al suo destino, farebbe perdere alla nostra città 650 milioni di euro di investimento e migliaia di posti lavoro che nei dieci anni necessari per la costruzione si creerebbero. Se invece lasciasse tutto al comune di Saonara che, giusto per non perdere tempo, ha già designato addirittura due aree ora agricole discutendone col rettore Zaccaria, priverebbe la nostra città di ciò che l’ha sempre caratterizzata nei secoli assieme all’Università e al Santo. Credo che anche lei leggerà i giornali e si renderà conto dei risultati ottenuti dal nostro ospedale e che l’eccellenza non si costruisce guardando solo al giardino di casa, ma attraverso una visione regionale, nazionale e internazionale. Lei si è tuffato nei rovi e non è in grado di uscirne. Lo può fare col buon senso e col buon governo di una grande città come la nostra che ha la sua grande sanità e deve necessariamente guardare al futuro. Comunque ora deve dire, rapidamente, cosa ha intenzione di fare: se ha intenzione di urlare ancora proclami da campagna elettorale o, finalmente, di riconoscere la serietà della proposta che è stata fatta precedentemente e riconosciuta valida, non da una maggioranza, ma da chi ne ha competenza . Ora decida, il silenzio è una brutta cosa: i padovani hanno il diritto di sapere dove andare a curarsi. Il nulla difficilmente porta a qualcosa.