• V. Mancuso, Il Principio Passione, ed. Garzanti
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V. Mancuso, Il Principio Passione, ed. Garzanti

Mancuso Ho letto il volume con “passione”: è un libro di teologia  che si articola in numerose citazioni bibliche e teologiche oltre che filosofiche. Un volume che, per i più, non è di immediata comprensione e di facile lettura. Ha certamente una sua profondità di contenuti nell’affrontare gli argomenti che costituiscono problemi non indifferenti che  si dibattono ad ogni livello anche se, naturalmente, con argomenti più o meno analitici e precisi. La ricerca del principio (Principio?) , titolo dato al primo capitolo ci fa capire da subito, che Mancuso vuole arrivare a consolidare la conoscenza di quei principi che fondano la fede e la ragione cercando di argomentare in maniera sistematica. La domanda, potrebbe essere la seguente: “Chi è l’autore del mondo?” Penso che  tutti noi, almeno una volta, ci siamo posti questa domanda pur in termini diversi. Mancuso si incammina verso strade tortuose cercando di giustificare, anche in maniera critica, la superficialità con la quale il tema è stato affrontato. Questo lo fa recuperando le argomentazione elle diverse religioni, non solo le monoteiste che, fin dalla loro origine, si sono occupate del mondo e della sua esistenza. A questo aggiunge le diverse cosmogonie che affrontano in maniera, talvolta iperbolica, il tema. Pur argomentando con temi teologico-filosofici, non abbandona l’argomentazione scientifica che ne deriva quando si affronta il tema della creazione del mondo, a partire dal pensiero evoluzionista, fino al cosiddetto “caos” . Mancuso afferma che non si può parlare di un Dio decisionista nell’ambito della creazione, ma un Dio di libertà: non c’è governo senza libertà e senza coscienza personale che prevede sia il male che il bene, l’affermazione o il fallimento. Ma questa è la vita, è la creazione, è l’evoluzione, è la relazione, è la libertà. Non  viene negata l’evoluzione, perché essa non avrebbe senso senza una creazione e viceversa,. La creazione pertanto è un continuum e non un una tanctum, è la costruzione continua degli eventi. Non si possono escludere né l’evoluzione né creazione né l’altra e ritenerle vicendevolmente legate e non assolute, pena la perdita del loro stesso senso e della libertà. Libertà che è vita in perenne equilibrio così come le trasformazione della creazione: in essa si trovano l’amore, il bene, la compassione. E in ciò, secondo Mancuso, entra il Cristo cosmico, troppo spesso abbandonato, sempre secondo lui, dalla dottrina cattolica pur essendo stato più volte sottolineato in documenti ufficiali in diversi Concili.  Quindi esiste per l’autore, non un’assolutizzazione di Dio Creatore, ma un Dio Creatore in continuo movimento (non mutazione) in Cristo mediatore e logos. Cito dal testo: “Dio…è in contatto col mondo solo mediante la mediazione cristica, il Padre in quanto tale è assente dal processo cosmico, non c’è nessuna mano dall’alto che guida, provvede, dirige, castiga, interviene.” Altro problema è quello del male che Mancuso affronta parlando del caos, del principe del male, del diavolo, di satana dei suoi antromorfismi e della lunga tradizione della chiesa. A tutto ciò collega la figura del “personaggio” con le altre tradizioni religiose per capire come anche in esse,  la questione sia dibattuta. A questo aggiunge la questione del male che proviene direttamente da Dio e cerca di giustificarlo con citazione biblica di atti, anche aberranti,  subiti dagli uomini e giustificati da Dio. Qui forse, sarebbe stato utile per il lettore, recuperare il valore   del testo biblico e delle sue redazioni oltre che della critica letteraria e storica, dell’AT come del NT, almeno per accenni. A questo si aggiunge la questione del serpente biblico, spesso anch’esso ritenuto come rappresentante del male, di Satana stesso. Interessante capire come invece il serpente possa essere, in sintesi, celebrato come la vita, che muta, che è instabile, che può essere curata con tutti i suoi elementi di instabilità. Ed è ciò, ancora, che fa dire a Mancuso, che Dio è anche creatore del caos nel senso, non che nasce dalla sua parola creatrice,  ma è quell’intreccio tra logos e caos, che genera l’imperfezione quell’indeterminazione che ragione stessa della libertà. Ed è qui, in sostanza il pensiero di Mancuso: la libertà è amore che nascono dall’imperfezione

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