La città immobile!
“Non ti curar di loro ma guarda e passa” sembra il motto del neo sindaco di Padova Bitonci. Un tratto di penna, una conferma di un amco più potente politicamente quale il governatore della Regiome Saia, o un gruppo di cittadini più o meno numeroso e più o meno agguerrito e organizzato che urlano e strepitano, chiudono le porte alla città rischiando il suo immobilismo. Tutto si concentra, come in campagna elettorale, ancora sulla sicurezza: chiudiamo di qua, segreghiamo di là, i cani di qua, le pattuglie di là: un sistema solo ed esclusivamente repressivo costruito sulle ordinanze (molte già emesse da Zanonato e Rossi: vedi quella sugli accattoni molesti con iil sindaco di Treviso e l’ex sindaco di Venezia) che, spero, non siano solo il frutto di una firma per trovare sempre il medesimo consenso. Ma tant’è, ora comanda lui, Bitonci. Quello che stupisce è che i no a ciò che poteva mettere in moto la città creando posti di lavoro, dando respiro al trasporto pubblico ecocompatibile, alla grande musica inserita nel contesto della musica e della cultura e non fierisitico, il blocco totale della possibilità di avere una grande polo ospedaliero con buona pace di Zaia che, dopo gli annunci della prima pietra nel 2015, ha deciso di chiudere le porte sborsando comunque qualche milione di euro per progetti ed eventuali penali e poi giù, giù, fino ad arrivare ai quattro paracarri di Via Verdi, alla trasformazione di piazza Portello a via per auto, all’eliminazione della ciclabile su c.so Milano, all’eliminazione dei varchi e via dicendo, mette un serio freno alla possibilità di sviluppo della nostra città. Forse avremo (?) meno accattoni, chiuderà qualche negozio etnico per droga e per chissà quale altro motivo, o si mangerà Kebab solo il sabato e la domenica, ma la città bloccata, ferma, non condurrà fuori dalle secche in cui potrà incastrarsi la nostra straordinaria Padova. Con ciò non faremo che favori alle città vicine che si stanno muovendo a passi importanti verso lidi diversi per diventare città europee, magari attingendo a piene mani a ciò che da noi verrà dismesso (vedi sanità con le scuole di specializzazione sanitarie!) o comunque rattoppato per evitare chissà quale altro rischio di corruttele. Forse è questo che volevano i cittadini quando l’hanno eletta sig. Sindaco? Forse, la nostra strarodinaria città che lei, purtroppo, conosce molto poco, deve rimanere in stallo per i prossimi cinque anni raccogliendo solo le giuste lamentele di una parte dei cittadini, ma avulsa dalla possibilità di diventare una grande città che fa di se stessa, della sua cultura, della sua Università, della sua eccellente sanità (spero ancora per molto!) oltre che al suo Santo elemti che la contraddistinguono e la rendono grande in Europa e nel mondo? Spero che ciò che la distingue e distinguerà la nostra città nel mondo non siano solo le ordinanze contro il ramadan delle comunità islamiche o l’acquisto, banalizzandolo, del crocefisso da appendere nelle classi e gli uffici pubblici come fosse una sedia, o un qualsiasi suppellettile mancante. Mi sembra un po’ poco e un po’ triste, a dir la verità. Spero inizi a vedere davanti a lei una Padova positiva che ha bisogno di essere amministrata e non mortificata da scelte, al momento, che ostentano ancora i fumi dell’alcool della vittoria e della propaganda. Credo che i padovani si aspettino anche questo da lei e dalla sua giunta che finora, rimane in silenzio: gli assessori avranno voce o parlerà solo lei? Rimarremo vigili, questo glielo assicuro.