Fascismi: 12^ Disposizione transitoria e una strana democrazia
I fatti violenti che in queste settimane sono accaduti nel nostro paese, hanno mostrato dei pericoli da non bisogna sottovalutare. Nessuno può mettere in discussione l’articolo della Costituzione, o “12^ disposizione transitoria” che nasce dal rigoroso tentativo di tagliare con il passato nefasto vissuto dall’Italia durante il fascismo. I pochi che ancora ne conservano la memoria diretta, hanno chiaro che cosa voleva dire: dietro l’ostentata fermezza per il bene del popolo, si celava l’aberrazione della dittatura. Su ciò non si può transigere e nemmeno ci possono essere ripensamenti.
Tentare di ridare vita a ciò che è stato, è frutto di questo momento storico, nel quale si fomentano paura e violenza, che spinge i deboli ad armarsi e a sparare contro gli inermi. Si rischiano vendette a catena che lasciano segni indelebili nelle persone e nelle Istituzioni. Vedi, dopo i fatti di Macerata, quelli del pestaggio di Palermo, dell’imbrattamento della lapide a ricordo della scorta di Moro in via Fani, e le manifestazioni spesso degenerate in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Nella nostra città è stata accolta, anche se non ancora deliberata, la proposta di negare le sale pubbliche a gruppi e associazioni che si richiamano al fascismo e quindi che sono collocati fuori dalla Costituzione.
Difficile pensare alla tolleranza verso chi ha la vocazione di ritornare ad un triste passato di cui non ne sentiamo alcun bisogno, usando armi, strumenti, slogan, messaggi e segni che inneggiano alla chiusura delle frontiere verso chi sta peggio, alla violenza gratuita verso immigrati, rifugiati, associazioni che se ne occupano, ecc. .Ma anche, che la democrazia non possa tollerare alcun atto di violenza in nome di ideologie sepolte dalla storia, e nemmeno sopportare e supportare chi ne è responsabile. Non credo ci possa essere tolleranza nei confronti di nessuno che abusi delle libertà democratiche per commettere reati, violenza, cercare lo scontro fisico e verbale per ristabilire una falsa democrazia. O, comunque, per annientare il nemico nella pubblica piazza conquistando le pagine dei quotidiani per meschina propaganda. Nessuno può permettersi di oltraggiare la nostra città, le sue istituzioni, i suoi cittadini.
Nella storia recente Padova ha dato molto e sofferto molto. Da qualsiasi parte venga la violenza, non ci può essere pelosa tolleranza né compassione democratica. Padova come tutta l’Italia, ha le sue radici democratiche nell’antifascismo, ma ciò non può prescindere dall’affermare che, chi si macchia di reati violenti, gratuiti e organizzati, possa godere di alcuna garanzia. Il dialogo è ciò che può svelenire il difficile momento, ma la fermezza delle Istituzioni democratiche nel rispetto e nel far rispettare la legge così come nella concessione di spazi pubblici, dovrà essere chiara e inflessibile. Per il bene e la serenità di tutti.